La possibilità di mettersi in regola con il pagamento delle cartelle esattoriali in maniera agevolata è ormai scaduta. Perché il 30 giugno scorso sono scaduti i termini per poter aderire alla definizione agevolata delle cartelle. L’Agenzia delle Entrate Riscossione ha chiuso le procedure di richiesta per la rottamazione delle cartelle. Adesso i contribuenti che hanno presentato domanda attendono solo le risposte del concessionario alla riscossione, che dovrà comunicare il numero di rate concesse e le relative istruzioni per i versamenti. E chi non ha fatto domanda, perché non aveva cartelle che potevano finire nella rottamazione o, semplicemente, chi non ha voluto aderire alla definizione agevolata cosa può fare adesso? La verità è che può fare lo stesso pace con il Fisco, passando dalla via ordinaria.
“Buonasera, volevo sapere da voi come posso richiedere le rate all’Agenzia delle Entrate Riscossione per alcune mie cartelle esattoriali. Ho molti debiti e non rientravo nella rottamazione. Ma non ho disponibilità economica al momento, perché sono in grave crisi. Ma volevo comunque mettere la parola fine ai miei debiti. In modo tale che non maturino più interessi e spese. Mi dite cortesemente come devo fare a sfruttare il massimo numero di rate che ci sono? Se non sbaglio sono 120 giusto?”
Cartelle esattoriali: ecco come fare per rimandare i pagamenti senza rottamazione e fino al 2033
La rottamazione quater, perché si tratta della quarta edizione della sanatoria delle cartelle, è scaduta. Ma come detto, sono ancora tanti i contribuenti che hanno a che fare con le cartelle esattoriali, soprattutto cartelle fuori dal perimetro della rottamazione. O per scelta del contribuente, o per via di cartelle non previste in sanatoria, i contribuenti che adesso ci chiedono vie alternative per regolarizzarsi sono tanti. Rate troppo corte e troppo elevate di importo per la rottamazione.
Solo 18 rate trimestrali, di cui le prime due pari al 20% del debito totale e da versare nello stretto giro di 30 giorni nel 2023 (prima rata il 30 ottobre, seconda rata il 30 novembre, ndr), sono diventate un vero disincentivo alla rottamazione. E poi naturalmente, ci sono cartelle che non erano in rottamazione. Parliamo di aiuti di Stato indebitamente percepiti e da restituire oppure di operazioni nel campo IVA di importazioni. E poi ancora, debiti affidati agli agenti della riscossione dopo il 30 giugno 2022. Anche questo uno dei motivi del permanere della situazione debitoria per molti contribuenti.
La rateizzazione ordinaria della cartelle, come fare ad arrivare a 120 rate
La rateizzazione ordinaria è la soluzione che molti contribuenti potranno utilizzare adesso, al di fuori di qualsiasi sanatoria. Perché si tratta di una possibilità di rateizzare le cartelle, che l’Agenzia delle Entrate Riscossione mette sempre a disposizione dei contribuenti indebitati. Basta presentare domanda, naturalmente seguendo il canale telematico del concessionario, con la procedura che può essere utilizzata da soli con SPID, CIE o CNS ed accesso all’area riservata del sito. Ma si può fare tutto anche agli sportelli territoriali dell’agente della riscossione. In genere il numero massimo di rate che il concessionario concede è pari a 72.
Significa 6 anni di rateizzo, con rate mensili comprensive di interessi per dilazione. In pratica, se la rottamazione offriva sconti su interessi, sanzioni e aggi di riscossione, la rateizzazione ordinaria aumenta l’esborso da pagare, ma con rate più comode e lunghe. Già il piano ordinario se un contribuente chiede la rateizzazione adesso, arriva fino al 2029. La rottamazione con le sue massimo 18 rate trimestrali, finiva a novembre 2027. Ma la rateizzazione ordinaria può arrivare anche al 2033. Perché si possono ottenere, per i casi di oggettive difficoltà economiche dei contribuenti, anche 120 rate mensili.
Il piano di rateizzazione straordinario per le cartelle esattoriali
Il contribuente può usare due canali di rateizzazione con il Fisco italiano. Il primo è quello classico già citato delle 72 rate. Significa pagare una rata mensile per 6 anni. In questo caso nulla va fatto e basta la richiesta, che deve essere accettata comunque dall’Agenzia delle Entrate Riscossione. E va considerato che la rata minima non può essere in genere, inferiore a 50 euro. Ma esiste anche un piano di rateizzazione straordinaria. Parliamo della possibilità di godere di 10 anni di dilazione, con 120 rate mensili, sempre che l’importo di ciascuna rata sia superiore a 50 euro. Possono sfruttare, dietro richiesta all’Agenzia delle Entrate Riscossione, i contribuenti che possono dimostrare di trovarsi in quella che viene definita “comprovata e grave situazione di difficoltà economica indipendente dalla propria volontà”.
Da dove nasce il piano di rateizzazione straordinario dei debiti con Agenzia delle Entrate Riscossione
Con un decreto del MEF del 6 novembre 2013, il piano di dilazione straordinario ebbe i natali (decreto attuativo del MEF ma norma nata con il famoso Decreto del Fare, ndr). Quindi tale possibilità era valida sia fino al 2017 per le cartelle Equitalia, che dopo, quando di fatto l’Agenzia delle Entrate Riscossione prese il posto di Equitalia come concessionario alla riscossione.
Per richiedere il piano straordinario di dilazione è necessario che il contribuente presenti istanza all’Agenzia delle Entrate Riscossione. All’istanza deve essere allegata la documentazione a prova della situazione di difficoltà in cui versa. Inoltre si deve dimostrare, insieme al fatto che non si può far fronte al piano di dilazione ordinario a 72 rate, che si è solvibili per le 102 rate. Bisogna in pratica dimostrare che una volta approvato il piano straordinario, ci sono le possibilità di pagare. Va ricordato che il ritardo nel pagamento delle rate non porta all’immediata decadenza dalla rateizzazione. Infatti si possono ritardare i pagamenti di massimo 8 rate anche non non consecutive.
In linea di massima sono accettate le istanze per i piani di dilazione straordinari a persone fisiche e imprese individuali quando l’importo della rata è superiore al 20% del reddito mensile del nucleo familiare del richiedente. Alla domanda di rateizzazione servirà allegare un ISEE in corso di validità.