“È molto difficile cancellare i segni profondi che gli avvenimenti hanno impresso sulla nostra anima. Siamo il frutto del nostro passato, siamo la vita stessa che ci è cresciuta dentro come il fusto di un albero con i colori, i profumi e le imperfezioni che i venti e le piogge hanno fissato per sempre sulla sua corteccia“, affermava Romano Battaglia. Cancellare gli eventi del passato, in effetti, è molto difficile. Possono segnarci in modo talmente profondo da influenzare il nostro modo di comportarci in futuro.
Lo sanno bene i tanti percettori del reddito di cittadinanza che dopo aver beneficiato per tanti mesi del sussidio si ritrovano ora a dover restare senza. In determinati casi, però, è possibile richiedere l’erogazione di tale misura per altri tre mesi. Ecco chi ne ha diritto e come fare.
Tre casi in cui è possibile richiedere il reddito di cittadinanza cancellato per altri tre mesi
Il governo Meloni ha deciso di riformare il reddito di cittadinanza. Quest’ultimo sarà corrisposto fino a dicembre 2023 a favore delle famiglie che vedono la presenza di un minore, di un over 60 o disabile. Ma non solo, ne hanno diritto anche le famiglie che sono state prese in carico dai servizi sociali. In tutti gli altri casi il trattamento sarà riconosciuto per un periodo pari a massimo sette mensilità. Ad essere interessati da tale cambiamento sono i soggetti con un’età tra 18 e 59 anni che non possono lavorare.
Proprio quest’ultimi, in determinati casi, possono richiedere e usufruire del reddito di cittadinanza cancellato per altri tre mesi. Quest’ultima circostanza può aver luogo se il nucleo familiare registra una modifica tale da rientrare in una delle categorie poc’anzi citate, che hanno appunto diritto al sostegno per tutti i dodici mesi dell’anno in corso. Ne consegue che se dopo lo stop del sussidio dovesse aggiungersi al nucleo famigliare un minore, un disabile o un over 60, ecco che si può beneficiare del Rdc per gli ultimi mesi dell’anno.
Come richiedere ulteriori mensilità del sussidio targato Movimento 5 Stelle
Il riconoscimento non avviene in automatico. Bisogna innanzitutto presentare una nuova DSU, ovvero la dichiarazione sostitutiva ai fini Isee. Il tutto avendo l’accortezza di aggiungere un nuovo componente. Nel caso in cui si tratti di persone adulte che si vanno ad aggiungere al nucleo famigliare è fondamentale chiedere prima di tutto il cambio di residenza.
Una volta aggiornato l’Isee è possibile presentare una nuova domanda per il Reddito di cittadinanza. Questo ovviamente a patto di soddisfarne i requisiti richiesti. Se la richiesta viene accettata, il Reddito di cittadinanza sarà pagato a partire dal mese seguente. Per questo motivo la richiesta deve essere presentata entro novembre 2023 in modo tale da poter beneficiare dell’erogazione di almeno un’altra mensilità prima dell’addio definitivo.
In attesa del Supporto per la formazione e il lavoro e dell’assegno di inclusione
Cosa succede, invece, se il Comune dovesse segnalare all’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale i nominativi dei componenti presi in carico dai servizi sociali dopo lo stop? In tal caso il Reddito di cittadinanza sarà riattivato con tanto di riconoscimento delle mensilità arretrate. Se non si rientra in una delle casistiche che permettono di beneficiare ancora del reddito di cittadinanza, comunque, non bisogna temere.
A partire da settembre, infatti, sarà erogato il Supporto per la formazione e il lavoro. Dall’importo pari a 350 euro al mese, tale sussidio sarà erogato a patto di frequentare un’attività formativa e presentare un Isee di massimo sei mila euro. Da gennaio 2024, invece, debutterà l‘assegno di inclusione che sostituirà definitivamente il reddito di cittadinanza.