Tasse universitarie: ecco perché ci sono tasse che vanno pagate anche con ISEE basso

Esoneri, riduzioni ed esenzioni delle tasse universitarie e scolastiche, ma alcune vanno pagate sempre e comunque: ecco quali.
1 anno fa
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tasse universitarie
Università

Mandare i figli a scuola ha un costo non certo irrilevante. E oggi con molte famiglie in crisi economica, e non necessariamente famiglie disagiate, ma anche quelle del ceto medio, le spese scolastiche sono diventate una sorta di lusso. Ancora peggio quelle universitarie. Il costo è esorbitante anche se lo Stato viene incontro ai contribuenti con diverse agevolazioni, sia fiscali che di vero e proprio esonero. Ma a volte intorno a queste agevolazioni sulle tasse universitarie per esempio, c’è molta confusione.

“Buonasera, sono una madre di una ragazza che si sta iscrivendo al primo anno di Università. Sono entrata nella piattaforma dell’Ateneo prescelto e ho notato una cosa strana. Mi chiedono entro novembre il pagamento di 156 euro. Ma io so che famiglie con ISEE sotto i 20.000 euro dovrebbero essere esonerate dalle tasse di iscrizione. Come mai mi trovo con questo importo da pagare?”

Tasse universitarie: ecco perché ci sono tasse che vanno pagate anche con ISEE basso

Come detto in premessa, le spese scolastiche e universitarie possono essere un costo non certo irrisorio per le famiglie. Lo Stato offre la possibilità di detrarre dalle tasse sui redditi alcune spese sostenute. Ma è un vantaggio fiscale questo che non è certo l’unico che si può sfruttare. Perché ci sono modalità che consentono di pagare meno tasse, anche per l’Università. E in alcuni casi si arriva addirittura a esserne esonerati dal pagamento. L’iscrizione all’università come spesa da sostenere, può essere un problema. La prima via per pagare meno è quella di passare dalle borse di studio. Per merito o per altre situazioni contingenti, con le borse di studio molti studenti finiscono con il gravare molto meno sulla loro famiglia o su loro stessi se sono studenti lavoratori.

Ma le vie per pagare meno sono anche altre. Il suggerimento principale è sempre quello di verificare sul sito dell’Ateneo prescelto le eventuali possibilità esistenti.

A prescindere da ciò che stabiliscono i singoli Atenei, ci sono motivazioni che sono assolutamente comuni a molte famiglie e che consentono di godere di alcune agevolazioni da questo punto di vista.

I vari canali di esonero che ci sono per le tasse universitarie

Il primo canale di esonero dal pagamento delle tasse universitarie è quello che passa dal merito dello stesso studente che frequenta il corso di studio. Dalle borse di studio classiche ai crediti da conseguire e fino al completamento entro i termini del percorso di studio. Il merito è quindi il primo fattore che consente di pagare di meno e di finire anche con il non pagare assolutamente niente. Il suggerimento di verificare le regole di ciascuna Università è valido anche da questo punto di vista ed anche in sede di prima iscrizione. Perché ci sono Atenei che in base al voto di uscita dalla scuola superiore (il voto all’esame di maturità), concedono sconti ed esoneri dalla tasse. Ciò che ci chiede la nostra lettrice però riguarda l’esonero per reddito. Ed è un altro campo da analizzare.

Tassa regionale diritto allo studio universitario, ecco perché e come va pagata

L’esonero dalle tasse universitarie per reddito può variare in base alle tabelle che ogni singola università stila, ma sempre in riferimento all’ISEE di un nucleo familiare. E parliamo di ISEE università, che è una forma particolare di ISEE che si utilizza proprio nel momento che una famiglia ha un componente che frequenta una Università. In genere, come la nostra lettrice sa bene, le famiglie con un ISEE inferiore a 20.000 euro possono essere esonerate dal versamento delle tasse universitarie. Ma non dalla tassa regionale, che poi è quella che sulla piattaforma dell’Ateneo prescelto, la nostra lettrice si trova caricata, da versare entro novembre.

In pratica, vietato confondere la tassa regionale per lo studio universitario, con le tasse di iscrizione. Perché queste ultime sono quelle che in genere possono essere evitate per i motivi sopra citati, come il merito, il reddito e come anche le invalidità, quando lo studente è disabile.

Importi fissi o collegati all’ISEE?

Si chiama tassa regionale per il diritto allo studio ed è un balzello che grava su chi si iscrive all’Università ed è stabilito dalla Regione dove è situato l’Ateneo. In genere ha un importo fisso, ma a volte è commisurata all’ISEE. Molto varia da Regione a Regione. In genere è pari a 140 euro, che quindi diventa una specie di tariffa fissa indipendente dall’ISEE del nucleo familiare dello studente. La normativa di riferimento prevede che la Regione abbia campo libero nel determinare l’importo, ma senza poter mai eccedere i 200 euro. Alla tassa regionale si deve aggiungere anche l’imposta di bollo da 16 euro. Ed ecco che si arriva ai 156 euro che la nostra lettrice dovrebbe versare per sua figlia. In alcune Regioni come dicevamo, in base all’ISEE questa tassa scende o sale.

 

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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