Stangata in arrivo sulle bollette luce e gas. La risalita dei costi dell’energia, e dunque delle tariffe, è connesso, per quanto riguarda la corrente elettrica, all’ingente utilizzazione dei condizionatori negli uffici e nelle case. È una regola di mercato molto semplice: quando cresce la domanda, l’offerta si adegua e i prezzi crescono per permettere maggiori profitti. Gli ultimi giorni di agosto hanno visto crescere la curva fino a più di 160 euro per megawattora. Si tratta di un picco comunque inferiore rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, quando l’impatto del conflitto russo-ucraino era maggiore.
Gli aumenti in arrivo
Dopo l’incredibile crescita di prezzi dell’anno 2022, la situazione dei costi dell’energia è stato grossomodo stabile nei primi sei mesi del 2023, facendo segnare una costante discesa dei prezzi. A partire da giugno, però, la tendenza si è invertita. Il terzo trimestre, infatti, che si concluderà a settembre, ha visto una leggera crescita del costo dell’energia elettrica dello 0,4%. L’effetto dei rincari però saranno maggiormente evidenti nelle prossime bollette luce e gas. il presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli, sottolinea come a partire dal 1° ottobre, è probabile un aumento delle tariffe elettriche compreso tra il 7% e il 10%. Si tratterebbe del primo grosso aumento del 2023. Negli ultimi cinque anni (escludendo l’unicità dell’anno 2022), le tariffe di luce e gas sono state sempre in aumento nel periodo tra agosto e settembre.
I rincari sono dunque una certezza. Cosa conviene fare? Scegliere il Mercato Tutelato o il Mercato Libero? e, in quest’ultimo caso, meglio tariffe a prezzo fisso o variabile?
Bollette luce e gas, batosta a settembre: meglio il Mercato Tutelato o Libero?
Le condizioni economiche del Mercato Tutelato dell’energia sono aggiornate dall’Arera sulla base delle proiezioni dei prezzi all’ingrosso.
Il Mercato Libero permette al cittadino di scegliere la tariffa migliore e più conveniente per le proprie esigenze. La prima considerazione da fare riguarda la possibilità di scelta tra offerte con prezzo bloccato (tariffa fissa) o con prezzo variabile. Nel Mercato Libero, infatti, è possibile scegliere offerte con tariffe fisse fino a 36 mesi, scelta che potrebbe tutelare dalle continue oscillazioni del mercato. Scegliere un prezzo bloccato, però, non permetterebbe di beneficiare di eventuali cali nel mercato all’ingrosso, in un periodo in cui i costi sono ancora molto elevati, e discese potrebbero esserci.
C’è un ulteriore aspetto di cui tenere conto: nel breve periodo, le tariffe a prezzo fisso presentano una spesa superiore rispetto a quelle a prezzo variabile. La ragione è che il prezzo stabilito dal rivenditore è sempre più elevato rispetto a quello che viene a determinarsi nel mercato all’ingrosso. Secondo Arera, la propensione degli italiani è quella di scegliere tariffe bloccate per almeno 12 mesi, mostrando una scarsa attitudine al rischio. Ed è proprio quello il problema del Mercato Libero: si scarica sul cittadino quello che viene chiamato rischio d’impresa. È il consumatore a dover ‘scommettere’ sulla salita o discesa dei costi dell’energia. A questo si aggiunge anche la poca chiarezza nelle informazioni (è difficile comprendere effettivamente quanto sia vantaggiosa un’offerta rispetto a un’altra) e il vero e proprio boom di truffe nel Mercato Libero.
In sintesi…
1. Gli analisti del settore ritengono che nell’ultimo trimestre del 2023 vi sarà un incremento dei costi dell’energia, che si tradurrà in una vera e propria stangata sulle bollette luce e gas
2. I cittadini devono scegliere tra Mercato Tutelato e Mercato Libero, e, all’interno di quest’ultimo, tra offerte a tasso fisso o variabile.
3. Il Mercato Tutelato segue l’andamento del mercato all’ingrosso. A partire dal 10 gennaio 2024, il Regime di Maggior Tutela cesserà e sarà sostituito da un Servizio a Tutele Graduali, che ha già dato buona prova di sé con i condomini e le microimprese, presentando tariffe particolarmente convenienti
4. Il Mercato Libero presenta offerte a tasso fisso o a tasso variabile. Scegliere il tasso fisso significa bloccare il prezzo e, qualora i costi all’ingrosso dovessero diminuire, si andrebbe a pagare di più. Scegliere il tasso variabile significa, al contrario, esporsi a una possibile crescita dei prezzi. La volatilità del mercato, in questo periodo di crisi, è assoluta. In più, le offerte sono poco chiare per un utente medio e le truffe sono innumerevoli