Quanti contributi servono per andare in pensione nel 2024 e quali misure sono sicure

Come si potrà accedere alla pensione nel 2024 in base alle misure ormai certe di essere ai nastri di partenza l'anno prossimo.
1 anno fa
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Pensione
Foto © Licenze Creative Commons
In attesa che prenda forma il pacchetto pensioni della legge di bilancio e che il governo quindi completi il lavoro utile per la manovra finanziaria, sono molti che si chiedono con quanti contributi previdenziali versati potranno accedere alla pensione l’anno venturo. Una domanda comune sia a chi ha carriere lavorative già abbastanza lunghe e sia a chi invece le ha piuttosto corte. Al momento quindi possiamo citare solo le misure che nel 2024 saranno ai nastri di partenza dal primo gennaio.
“Buonasera, volevo chiedervi se avete qualche certezza riguardo alle pensioni 2024, cioè quali saranno le misure che i lavoratori potranno sfruttare sicuramente nel 2024 per la loro pensione. Ogni giorno si legge tutto e il contrario di tutto sulla riforma delle pensioni e volevo capire se ci fosse qualcosa di nuovo ufficialmente.”

I due pilastri del sistema, pensione anticipata ordinaria e pensione di vecchiaia ordinaria: come nel 2024?

La prima certezza è che i requisiti per andare in pensione nel 2024 con le misure ordinarie, non cambieranno rispetto ad oggi. E come tutti sanno, sarà così fino al 2026. Quindi continueranno ad essere sufficienti 20 anni per chi ha 67 anni di età per la pensione di vecchiaia ordinaria. Serviranno 5 anni di contributi per chi arriva a 71 anni e non raggiunge la pensione di vecchiaia ordinaria a prescindere dal motivo.
Parliamo di quanti a 67 anni non centrano i 20 anni di contributi minimi. Ma anche di chi a 67 anni con 20 anni di contributi, non avendo contributi prima del 1996, dovrebbe completare anche una pensione pari a 1,5 volte l’assegno sociale per uscire a quella età e con quella carriera. E basteranno sempre 42,10 anni di contributi per gli uomini e 41,10 anni di contributi per le donne con la pensione anticipata ordinaria.

Chi in pensione con 41 anni di contributi nel 2024?

Conferma di quota 41 per i precoci nel 2024. Gli invalidi al 74% almeno, i caregivers che da sei mesi assistono un familiare stretto invalido,  i disoccupati da tre mesi senza Naspi e i lavori gravosi, potranno godere ancora della pensione con 41 anni di contributi e senza limiti anagrafici.
Chi ha una invalidità specifica pari o superiore all’80% potrà sfruttare ancora la pensione di vecchiaia con invalidità pensionabile. Bastano 20 anni di versamenti, 56 anni di età per le donne e 61 anni di età per gli uomini.
Sono due misure queste che non saranno minimamente ritoccate a prescindere da ciò che il governo farà nella manovra finanziaria. Stessa sorte per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995 che a 64 anni di età con 20 anni di contributi ed una pensione non inferiore a 2,8 volte l’assegno sociale, potrà andare in quiescenza con la pensione anticipata contributiva.

Le altre misure attendono le proroghe, altrimenti nulla da fare

Sono le misure prima citate quelle che per forza di cose i lavoratori dovranno sfruttare nel 2024. Al momento, anche se alcune cose sono più che probabili, non ci sono ufficialità per le proroghe di quelle misure che scadono il 31 dicembre 2023. Non si può confermare oggi che nel 2024 a 63 anni potranno accedere all’Ape sociale i caregivers, gli invalidi, i disoccupati e i lavori gravosi. la misura scade il 31 dicembre 2023 e pare che il governo arriverà alla proroga.
Ma come detto, nulla è ufficiale al momento. Come non lo è la proroga di opzione donna e nemmeno quella di quota 103. Nemmeno la pensione a 62 anni con 41 di contributi come è il funzionamento di quota 103, è sicura di essere riproposta nel 2024. Anche in questo caso, la proroga è probabile ma non ufficiale.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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