La notizia della settimana sul fronte obbligazionario è senz’altro l’annuncio del Tesoro circa il collocamento del secondo BTp Valore. Avverrà nei primi giorni di ottobre e stavolta avrà una durata di 5 anni contro i 4 anni dell’emissione di giugno. E c’è un’altra novità, inattesa dal mercato: per la prima volta un titolo di stato italiano staccherà cedole su base trimestrale. Anche in questo caso è prevista la corresponsione del premio fedeltà a coloro che prenoteranno il bond durante il collocamento e lo terranno in portafoglio fino alla scadenza.
Raccolti 34 miliardi con emissioni retail sotto governo Meloni
Come sappiamo, il BTp Valore è un’obbligazione con cedole crescenti o step up. A giugno, l’emissione previde il 3,25% per i primi due anni e il 4% per il terzo e il quarto anno. Non sappiamo quale possa essere stavolta il tasso di ingresso e quanti saranno i “gradini” fino alla data di rimborso. Sappiamo che, in media, la cedola media ponderata minima dovrà attestarsi a poco meno del 4% lordo. E’ quanto emerge dai rendimenti dei bond del Tesoro a 5 anni in circolazione.
A giugno, l’emissione del primo BTp Valore fu un successo oltre ogni previsione, segnando un record storico. Mai c’erano state così tante prenotazioni in valore da parte delle famiglie, a cui il titolo è riservato. Gli ordini ammontarono a ben 18,2 miliardi di euro. Tre mesi prima, il Tesoro aveva raccolto altri quasi 10 miliardi attraverso il BTp Italia e nel novembre scorso, appena insediatosi, il governo Meloni aveva incassato nei fatti il via libera del mercato con un altro BTp Italia, in quel caso ottenendo circa 12 miliardi. Tralasciando la componente facente capo agli investitori istituzionali, da quando è in carica l’attuale esecutivo ha raccolto direttamente tra le famiglie circa 34 miliardi di euro.
Corsa ai BTp tra famiglie italiane
E al 31 maggio scorso, l’incremento dei titoli di stato in mano ai cittadini residenti è stato di 71,3 miliardi rispetto alla fine di ottobre. Anche questo dato si riferisce, quindi, al governo di centro-destra in carica. A cosa si deve questo elevato interesse tra i piccoli risparmiatori verso i bond sovrani? Il rendimento è senz’altro appetibile dopo essere stato per anni risibile. Il BTp Valore a 5 anni allunga di un anno la durata della prima emissione. In genere, questo deporrebbe a sfavore di investimenti altrettanto cospicui. Le famiglie tendono a concentrarsi sulle scadenze medio-corte.
C’è anche da dire che, quando il primo BTp Valore fu emesso a giugno, le condizioni macroeconomiche per l’Italia sembravano nettamente migliori a quelle attuali. Il PIL cresceva più degli altri paesi e dai conti pubblici non trasparivano situazioni di stress. Nel secondo trimestre, però, il PIL è andato giù e ciò non potrà che avere un impatto negativo sul deficit. Insomma, c’è minore ottimismo rispetto a qualche mese addietro. Ciò potrebbe dissuadere qualche famiglia dall’investire in questa seconda emissione.
BTp Valore con scarse alternative dirette
D’altra parte, alternative altrettanto valide non ve ne sono. I conti deposito stanno aggiornando in aumento i tassi offerti ai clienti, ma siamo ancora alle briciole. Il deterioramento della congiuntura internazionale spinge, poi, a valutare con estrema attenzione eventuali investimenti sui mercati azionari. L’appeal dei bond sta tornando a salire in considerazione di questo scenario. Per contro il potere di acquisto delle famiglie italiane ha continuato a contrarsi negli ultimi mesi. In molte confidano sui risparmi per fronteggiare spese impreviste, lasciando probabilmente minore spazio agli investimenti.
In definitiva, difficilmente appare replicabile il boom di ordini di giugno per il BTp Valore 2028.