Assegno di inclusione, ecco come calcolare il diritto a prendere la misura al posto del reddito di cittadinanza

Come capire se la propria famiglia ha un reddito familiare utile a prendere l'assegno di inclusione dal prossimo primo gennaio 2024 e come si calcola.
1 anno fa
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assegno inclusione
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L’assegno di inclusione è la misura che il governo ha già individuato per superare l’esperienza del reddito di cittadinanza. Il famoso sussidio infatti cesserà il 31 dicembre prossimo. Da quel momento entrerà in vigore la novità. Tra i tanti quesiti che ci giungono in redazione e che parlano di requisiti, possibilità e limiti della nuova misura, oggi affrontiamo quelli relativi al reddito familiare da non superare per la nuova misura. Un vincolo che esisteva già con il reddito di cittadinanza e che va capito bene per evitare di ritrovarsi nel 2024, con un ISEE nuovo da avere, senza il diritto alla misura.

“Salve a tutti, potete farmi capire come deve essere il reddito familiare per poter prendere l’assegno di inclusione? Ho capito che esiste una soglia ISEE da rispettare, ma sul reddito familiare ho dei dubbi. Mi fate capire in parole povere cosa devo considerare per eventualmente rientrare nella nuova misura?”

Si entra nell’era dell’assegno di inclusione, ecco come funziona il post reddito di cittadinanza

Come detto, da gennaio al posto del reddito di cittadinanza le famiglie con difficoltà avranno da prendere l’assegno di inclusione. Parliamo di tutte quelle famiglie che ancora oggi sono beneficiarie del reddito di cittadinanza. perché questa misura è stata già bloccata per nuclei familiari composti interamente da soggetti non disabili e di età compresa tra i 18 e i 59 anni (e non presi in carico dai servizi sociali del Comune).

Da gennaio lo stop arriverà anche per famiglie con al loro interno minori, over 60 e invalidi (o presi in carico dai servizi sociale comunali). Ma come si passerà da una misura all’altra? La prima cosa che ormai è certa è che servirà presentare una nuova domanda. Ma l’altra certezza riguarda l’ISEE. Serve un ISEE in corso di validità. E per l’assegno di inclusione servirà l’ISEE del 2024, che farà riferimento a patrimonio e reddito del 2022.

Molti si chiedono proprio quale reddito familiare devono avere per non correre il rischio di restare fuori dall’assegno di inclusione. Un vincolo che era in vigore pure per il reddito di cittadinanza.

Ecco i requisiti per il nuovo reddito di inclusione

Sarà pari a 6.000 euro la soglia del reddito familiare da non superare per arrivare a poter prendere l’assegno di inclusione. Ma solo per un singolo perché poi c’è da fare i conti con le scale di equivalenza. Ma partiamo dai requisiti utili al nuovo sussidio. Infatti servirà:

  • ISEE non superiore a 9.360 euro;
  • valore del patrimonio immobiliare, ad esclusione dalla casa di abitazione se non è superiore a 150.000 euro, non superiore a 30.000 euro ai fini IMU;
  • valore del patrimonio mobiliare (soldi sui conti correnti, buoni, depositi in banca, carte di credito e debito) non superiore a 6.000 euro, incrementato di euro 2.000 per ogni componente familiare successivo al primo e fino alla soglia massima di 10.000 euro, oppure di 1.000 euro per ogni figlio successivo al primo, o ancora di 5.000 euro per ogni disabile o di 7.500 per ogni disabile non autosufficiente;
  • soglia del reddito familiare inferiore a 6.000 euro annui ma passato per la scala di equivalenza in base alla composizione del nucleo familiare.

Come funzionano le scale di equivalenza per il reddito familiare in funzione dell’assegno di inclusione

La domanda del nostro lettore è specifica e riguarda uno degli aspetti che più dubbi lasciano sui requisiti per l’assegno di inclusione. A dire il vero, gli stessi dubbi riguardavano pure il reddito di cittadinanza, dal momento che anche per l’attuale misura fondamentale risultava sempre il reddito familiare. Se per l’ISEE la soglia è quella e c’è poco da capire, per questo reddito di cittadinanza la cui soglia è pari a 6.000 euro e va moltiplicata per il corrispondente valore della scala di equivalenza, occorre capire il funzionamento.

Essendo uno la scala di equivalenza iniziale, significa che il reddito familiare non deve essere superiore a 6.000 euro per un single. Per una coppia di adulti, scala di equivalenza 1,4, per un minore ed un adulto scala di equivalenza 1,2. Significa nel primo caso, un reddito familiare non superiore a 8.400 euro, nel secondo caso 7.200 euro. Si può arrivare fino ad un massimo di 2,3 in presenza di persone con disabilità grave. Anche per l’assegno di inclusione, per soggetti over 67 la soglia parte da 7.560 euro per il single.

Quali redditi concorrono a determinare quello familiare da non oltrepassare per godere del nuovo assegno di inclusione

Naturalmente bisogna capire quali sono i redditi che un contribuente deve considerare per tutti i suoi familiari presenti nel nucleo, per determinare la soglia da non oltrepassare per rientrare nell’assegno di inclusione. Il primo dato da considerare, è che non entrano nel conteggio le somme derivanti da prestazioni non sottoposte alla prova dei mezzi. Parliamo di prestazioni con somme erogate a prescindere dalla situazione reddituale di chi le richiede, come possono essere l’indennità di accompagnamento o l’assegno unico sui figli. Ma non contano nemmeno i trattamenti assistenziali che vanno indicati nella DSU e, pertanto, presenti nell’ISEE.

In altri termini, nel reddito familiare da considerare per l’assegno di inclusione, non si considera ciò che è stato preso nel 2022 come reddito di cittadinanza, tanto per fare un esempio. Anche perché sarebbe stata una assurdità escludere un contribuente da un sussidio perché in passato si godeva di un altro sussidio della stessa natura, cioè di contrasto alla povertà. Nel dettaglio i redditi che vanno considerati nella scala di equivalenza sono:

  • reddito complessivo ai fini Irpef;
  • redditi soggetti a imposta sostitutiva;
  • redditi assoggettati a ritenuta alla fonte;
  • componenti reddituali esenti da imposta;
  • redditi da lavoro dipendente prestato all’estero;
  • proventi da attività agricole;
  • assegni di mantenimento dei figli;
  • redditi fondiari non provenienti da locazioni;
  • reddito da attività finanziarie;
  • pensioni dirette ed indirette;
  • assegno di maternità;
  • assegno sociale o ex pensione sociale;
  • carta acquisti.

 

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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