I tagli alla sanità, veri o presunti che siano, restano al centro del confronto politico tra maggioranza e opposizioni. Il governo di Giorgia Meloni chiede al Parlamento di votare lo scostamento del deficit previsto con l’approvazione della Nota di aggiornamento al DEF. In teoria, anche Partito Democratico e Movimento 5 Stelle dovrebbero concordare. Tuttavia, la segretaria Elly Schlein ha minacciato il voto contrario nel caso in cui il governo non metta “almeno 4 dei 7 miliardi necessari” per la sanità.
Trend spesa sanitaria
Quali sono le cifre ufficiali? Per quest’anno si stima una spesa sanitaria di 134,7 miliardi di euro (6,9% del PIL), mentre per l’anno prossimo scenderebbe a 132,9 miliardi (6,5% del PIL).
In rapporto al PIL nominale programmatico, la spesa sanitaria effettivamente subirebbe un calo. E anche tenendo conto dell’inflazione stimata, superiore al 6% nel triennio 2024-2026, saremmo dinnanzi a una riduzione. Per quale motivo il PD reclama tra 4 e 7 miliardi di maggiore spesa? Tenendo come base di calcolo la spesa sanitaria di quest’anno e aggiungendo 7 miliardi, si arriverebbe a quei circa 141,5 miliardi necessari per mantenere invariato il rapporto con il PIL tendenziale. I 4 miliardi sarebbero il minimo necessario per tenere il passo con il deflatore del PIL.
Tagli sanità oggi come in era PD
La sensibilità del PD sui tagli alla sanità è sorprendente, bisogna ammetterlo. Nel decennio pre-Covid, i governi di centro-sinistra di cui è stato il perno si sono distinti proprio per avere colpito questa voce di spesa senza eccessive doglianze.
Se il PD avesse avuto a cuore le sorti della sanità italiana, avrebbe o lasciato la spesa sanitaria inalterata rispetto al PIL o almeno l’avrebbe fatta crescere in linea con l’inflazione. Nel primo caso, avrebbe dovuto farla salire fino a circa 126 miliardi, nel secondo fino a più di 118 miliardi. In altre parole, i tagli alla sanità sarebbero stati sotto il PD di una decina di miliardi, comunque non meno di un paio di miliardi seguendo l’inflazione. Chi è senza peccato, scagli la prima pietra.
Strategia elettorale di Schlein
E’ evidente che il PD di Schlein punti sui tagli alla sanità per rifarsi l’immagine di partito vicino alle persone socialmente più umili. Per decenni ha privilegiato la contabilità dello stato alla base, la finanza ai lavoratori e il risultato è stato di avere creato un deserto elettorale attorno a sé, vedendo scendere il proprio consenso sotto la soglia critica del 20%. Fu sempre il PD ad attaccare ai tempi il governo Berlusconi, reo di avere fatto esplodere la spesa sanitaria. Nelle regioni, si è fregiato a lungo di avere chiuso i piccoli ospedali, spesso ignorando i tempi di percorrenza per spostarci in ospedali vicini.
Tra tagli sanità e inefficienze
La verità non è mai interamente bianca o nera, ancora di più in questo caso. L’Italia spende meno della media europea nella sanità, ha una forte carenza di personale infermieristico e medico e liste di attesa dai tempi criminali, specie al Sud, senza che la magistratura abbia mai aperto un’indagine sulle vere cause di questo scandalo alla luce del sole.