Tutta la curva delle scadenze negli Stati Uniti si colloca su rendimenti sopra il 5%. Una situazione eccezionale, che sta consentendo al mercato di ottenere un’alta remunerazione sui propri investimenti obbligazionari anche puntando sulle scadenze più brevi. Anzi, la curva invertita offre opportunità più appetibili proprio sul tratto breve. Tuttavia, sarebbero i bond a lunga scadenza il vero affare di questa fase. Ad affermarlo non è un uomo qualunque, bensì Jeffrey Grundlach. Se a molti di voi questo nome dirà poco, sappiate che a Wall Street è considerato “il re dei bond”.
Grundlach ritiene che l’economia americana sia sull’orlo della recessione. C’è da dire che questa è stata una sua previsione già lo scorso anno. Anche i guru possono sbagliare i tempi. In sua difesa, bisogna ammettere che la resilienza degli Stati Uniti alla crisi ha dello straordinario. In molti tra economisti e analisti finanziari ne avevano previsto la recessione già nei trimestri passati. Invece, il mercato del lavoro resta in piena occupazione e il PIL cresce più di tante altre economie avanzate, specie in Europa.
Grundlach prevede recessione USA
Secondo Grundlach, comunque, gli Stati Uniti ripiegheranno entro la prima metà dell’anno prossimo. Qualche segnale di sofferenza esiste, come il calo delle compravendite immobiliari ai minimi dal 2010. Del resto, i tassi sui mutui a 30 anni sono saliti in media all’8%. Interessi così alti non si vedevano dall’anno 2000. Ecco spiegata la ragione per cui il “bond king” ritiene che questo sia il momento migliore in cui investire nei bond a lunga scadenza. Sono stati, come sappiamo, gli asset ad essersi deprezzati di più con l’aumento dei rendimenti.
Rendimenti e prezzi viaggiano in direzione opposta. Se i primi salgono, i secondi scendono.
Bond lunga scadenza, ecco possibili guadagni
Cosa accadrebbe se accadesse il contrario, magari proprio a seguito di una recessione, come sostiene Grundlach? Ce lo spiega lo stesso Tesoro americano, che ha pubblicato una tabella sulle variazioni dei prezzi in base a quelle possibili dei rendimenti. Il T-bond a 30 anni si apprezzerebbe di oltre il 75% con un calo del rendimento del 3%. Se questi, invece, salisse di un ulteriore 3%, il prezzo scenderebbe di circa il 30%. Spostandoci su un bond a lunga scadenza più corto – il decennale – avremmo rispettivamente +30% e -15%.
Ovviamente, questi sono valori che fanno riferimento a scenari estremi. Più realisticamente, un calo del rendimento dell’1% farebbe impennare il prezzo del trentennale del 23% e del decennale del 12%. Un aumento segnerebbe -10% e -2,6% rispettivamente. Cosa ci dicono questi numeri? I bond a lunga scadenza sembrano effettivamente un potenziale affare. C’è una evidente asimmetria tra possibili guadagni e perdite, un fatto che ci spinge a credere che il mercato obbligazionario abbia già scontato lo scenario peggiore e risalga nei prossimi mesi.