Le mani del fisco arrivano sui conti correnti, questo è il titolo di diversi articoli di diverse testate giornalistiche di ieri. Effettivamente il conto corrente diventa veicolo facilmente attaccabile dall’Agenzia delle Entrate adesso. Questione di legge di Bilancio. Infatti nella bozza della manovra finanziaria del governo ecco uscire una novità che sicuramente non piacerà ai contribuenti italiani. Ecco di cosa si tratta e cosa cambia rispetto ad oggi.
“Salve, sono un contribuente italiano indebitato per via di numerose cartelle esattoriali.
Cartelle e debiti, ecco la stretta del governo
Partiamo con il dire che pagare le tasse e le multe, anche se queste diventano cartelle esattoriali, è un dovere di ogni cittadino. Quindi, chi non lo fa non solo evade, ma compie un atto contro la morale pubblica. Ma è anche vero che chi non ha alternative, non può che diventare moroso di fronte al Fisco. Perché non tutti i contribuenti che hanno debiti con il Fisco o hanno cartelle sul groppone sono evasori fiscali di professione. A tal punto che c’è anche l’evasione per necessità. Ed il nostro lettore da quanto ci dice, sembra essere più disperato che un evasore professionista. Ma la legge di Bilancio rischia di inasprire seriamente la situazione, senza fare dei distinguo tra evasori professionisti ed evasori per forza di cose e per evidenti ragioni oggettive.
La novità sui pignoramenti dei conti correnti nella legge di Bilancio
La manovra del governo, nella sua bozza, ha un provvedimento che facilita le operazioni di pignoramento dei conti correnti da parte dell’Agenzia delle Entrate. L’articolo n° 23 della bozza della manovra si intitola proprio: Misure di contrasto all’evasione e razionalizzazione delle procedure di compensazione dei crediti e di pignoramento dei rapporti finanziari. Significa che il Fisco avrà accesso ai conti correnti di chi ha debiti e potrà passare dal semplice controllo al pignoramento in maniera molto rapida. Non come oggi che il Fisco deve chiedere i dati agli Istituti di Credito. Le banche o le altre strutture di questo genere da adesso diventeranno creditori terzi e obbligati a pagare.
Un pignoramento davvero fast e il debitore è l’ultimo ad esserne informato
Si salta un passaggio che allungava i termini della riscossione. L‘Agenzia delle Entrate oggi deve chiedere le informazioni sulle giacenze che un debitore ha in conto corrente, all’Istituto di credito. Solo dopo la risposta dela banca e dopo tutte le farraginose verifiche, il Fisco può chiedere il pignoramento delle somme a soddisfazione del debito. Una procedura che oggi in media non va sotto i 30 giorni. Invece dall’entrata in vigore, ancora ipotetica, del provvedimento, ecco che l’Agenzia delle Entrate avrà accesso diretto al conto corrente del debitore. Potrà vedere da sola se ci sono i soldi a disposizione per procedere al pignoramento. Una volta appurata la presenza dei soldi, il Fisco chiederà direttamente alla banca di provvedere a pignorare i soldi e a girarli alle Entrate. Entro 30 giorni dalla notifica inviata alla banca, il Fisco è tenuto ad avvisare anche il debitore. Quindi, prima si avvisa chi ha i soldi del debitore, e poi il debitore stesso.