In data 3 Novembre, il Governo ha approvato in via preliminare un decreto legislativo di attuazione della riforma fiscale prevedendo nuove disposizioni in materia di accertamento tributario e di concordato preventivo biennale.
Proprio il concordato preventivo biennale rappresenta la grande novità della riforma fiscale che sta prendendo forma nelle ultime settimane con l’approvazione dei primi decreti legislativi.
Detto ciò, l’accesso al concordato preventivo biennale sarà riservato solo ai soggetti ISA con le pagelle fiscali migliori. Anche i contribuenti in regime forfettario potranno sfruttare il nuovo istituto previsto dalla riforma fiscale.
Il concordato preventivo biennale
La previsione di un concordato preventivo biennale risponde alle esigenze di contrastare l’evasione fiscale e di implementare la collaborazione tra fisco e contribuente.
La chance di concordato riguarda i contribuenti di minori dimensioni, titolari di reddito di impresa e di lavoro autonomo, residenti nel territorio dello Stato.
Con il nuovo concordato, il Fisco propone al contribuente una base imponibile ossia un reddito da tassare e le imposte da versare per due periodi d’imposta consecutivi. Il fisco sulla base delle informazioni di cui dispone in anagrafe tributaria fa una ricostruzione del reddito potenziale del contribuente proponendogli un accordo.
Il contribuente può aderire entro il termine di presentazione della dichiarazione dei redditi, sfruttando anche termini più lunghi per il pagamento delle imposte.
In pendenza di concordato che ha effetti solo ai fini delle imposte sui redditi e Irap, i contribuenti sono comunque tenuti agli ordinari obblighi contabili e dichiarativi.
Al termine dei due anni di accordo:
- l’Agenzia delle entrate formula una nuova proposta di concordato biennale relativa al biennio successivo;
- a cui il contribuente può aderire o meno.
Concordato preventivo biennale. Chi non aderisce sarà attenzionato dal Fisco
Nel dettagli possono accordarsi preventivamente con il Fisco sui redditi da dichiarare, i soggetti ISA effettivi che, con riferimento al periodo d’imposta precedente a quelli cui si riferisce la proposta, sono in possesso di determinati requisiti quali:
- l’ottenimento di un punteggio di affidabilità fiscale pari almeno a 8 sulla base dei dati dichiarati;
- assenza di debiti tributari ovvero, estinzione di quelli che tra essi sono d’importo complessivamente pari o superiori a 5.000 euro.
Il concordato è escluso in caso di: mancata presentazione della dichiarazione dei redditi in relazione ad almeno uno dei 3 periodi d’imposta precedenti; la condanna per uno dei reati in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto, falso in bilancio riciclaggio, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, autoriciclaggio, commessi negli ultimi 3 periodi d’imposta antecedenti).
Detto ciò, sembrerebbe che l’adesione al concordato sia facoltativa. Tuttavia in qualche modo, la riforma fiscale potrebbe rendere l’adesione quasi forzata.
Infatti, nel comunicato stampa sul decreto di riforma fiscale pubblicato dal Governo in data 3 novembre, viene messo nero su bianco che:
Per i periodi d’imposta oggetto del concordato, gli accertamenti non potranno essere effettuati salvo che in esito all’attività istruttoria dell’Amministrazione finanziaria ricorrano le cause di decadenza dal concordato; l’Agenzia delle entrate e il Corpo della Guardia di finanza programmano l’impiego di maggiore capacità operativa per intensificare l’attività di controllo nei confronti dei soggetti che non aderiscono concordato preventivo biennale o ne decadono; i soggetti che adottato il regime concordatario potranno godere di termini maggiori per effettuare i versamenti relativi all’acconto e al saldo in scadenza al 30 giugno.
Dunque chi non aderirà all’accordo proposto dal Fisco potrà essere oggetto di controlli del Fisco con maggiore probabilità. A questo punto, il concordato potrebbe diventare una vera e propria forzatura.
Riassumendo…
- Il concordato preventivo biennale è la grande novità della riforma fiscale;
- il Fisco propone al contribuente una base imponibile ossia un reddito da tassare e le imposte da versare per due periodi d’imposta consecutivi;
- se il contribuente non accetta potrebbe essere oggetto di controllo da parte del Fisco e della Guardia di Finanza.