La pensione per un lavoratore si matura dopo aver raggiunto sia un determinato requisito anagrafico che un altrettanto determinato requisito contributivo. In alcune circostanze e per determinate misure invece, serve solo raggiungere una determinata carriera contributiva, a prescindere dall’età dell’interessato.
Detto questo, bisogna anche dire che per determinati contribuenti che non hanno maturato alcun diritto a una pensione, perché non hanno mai versato contributi o non ne hanno versati a sufficienza, ci sarebbe l’assegno sociale. La misura non è previdenziale naturalmente.
“Sono Maria e volevo capire come mai a me l’INPS non accetta la domanda di assegno sociale. Sono due volte che la presento e mi sento sempre rispondere che non ho diritto. Vi dico che sono sposata e mio marito, di 5 anni più giovane di me, lavora come manovale edile. Io ho compiuto 69 anni di età e non prendo nulla. Ho fatto sempre la casalinga e quindi non ho versato contributi. Ma allora l’assegno sociale a 67 anni non è un diritto di tutti?”
Ecco come arrivare a prendere i 503,27 euro al mese di pensione anche senza aver mai versato contributi
Parlare di pensione per quanto concerne l’assegno sociale non è una cosa corretta, anche se a vedere bene la prestazione somiglia tanto a una normale pensione. In effetti anche il pagamento mensile dell’assegno sociale segue le regole dei normali trattamenti pensionistici. Si tratta infatti di una erogazione mensile che gli interessati ricevono dall’INPS con lo stesso calendario dei veri pensionati. Solo che parliamo di una misura assistenziale. Che si percepisce a partire dai 67 anni di età a prescindere dai contributi versati, ma rispettando determinati requisiti tra cui anche quello reddituale.
Assegno sociale, di cosa si tratta?
L’Assegno sociale secondo la guida presente sul sito dell’INPS è una prestazione economica, erogata a domanda, rivolta alle persone in condizioni economiche disagiate e con redditi inferiori alle soglie previste annualmente dalla legge.
Altra differenza importante questa rispetto alle classiche pensioni. Essendo una misura assistenziale, vale solo per chi è residente in Italia effettivamente. Possono goderne tanto i cittadini italiani che i cittadini di uno Stato UE. Inoltre la misura può essere appannaggio di chi rientra nel perimetro del Dlgs n° 30 del 2007, precisamente all’articolo n° 19 comma 2 e 3. Si tratta di cittadini extracomunitari ma familiari di cittadino comunitario.
Infine, disco verde per l’assegno sociale anche ai cittadini extracomunitari a condizione che siano titolari di permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo o in possesso dello status di rifugiato politico o di protezione sussidiaria.
Assegno sociale 2023, importi, redditi e gli altri requisiti da soddisfare
Quindi, l’assegno sociale può essere preso a partire dai 67 anni di età. L’importo 2023, in attesa della perequazione 2024 che farà salire l’importo in base al tasso di inflazione, è pari a 503,27 euro al mese. Oltre all’importo, il 2024 porterà sicuramente novità anche per i requisiti reddituali.
Infatti per il 2023 hanno diritto all’assegno sociale solo coloro che hanno un reddito personale annuo non superiore a 6.542,51 euro. Per i coniugati, fermo restando il limite di reddito personale, non bisogna superare il tetto di 13.085,02 euro di reddito annuo. L’assegno come detto non è esportabile.
Infatti anche dopo essere stato concesso, si può arrivare alla sospensione nel momento in cui il beneficiario non risulta residente in Italia per un periodo anche solo di 29 giorni. Dopo 12 mesi dalla sospensione il diritto all’assegno viene revocato.
Il calcolo dell’importo spettante
Come detto in precedenza, per il 2023 l’assegno sociale è pari a 503,27 euro al mese. Ma questa è la misura intera della prestazione. Infatti non sempre si ha diritto all’intero importo perché c’è anche chi ha diritto all’importo ridotto. E come sempre dipende dal reddito. Infatti l’INPS specifica che hanno diritto alla prestazione in misura intera i soggetti a zero reddito non sposati, o i soggetti che hanno un reddito cumulato con il coniuge, al di sotto dell’importo totale dell’assegno sociale annuale.
Per contro hanno diritto all’assegno in misura ridotta quanti, non sposati, hanno un reddito annuo inferiore all’importo totale dell’assegno. Per esempio se l’interessato ha un reddito annuo di 3.000 euro, potrà prendere di assegno sociale solo 3.542,51 euro, ovvero un trattamento mensile da 272,50 euro al mese. Invece per i coniugati, assegno sociale ridotto se il reddito familiare è inferiore al doppio dell’assegno sociale annuale.
Fondamentale conservare i requisiti anno dopo anno
Oltre che per prendere la misura, i requisiti prima citati sono da detenere anche in corso di fruizione. Infatti per questo genere di prestazione, per i soggetti non tenuti alla presentazione delle dichiarazioni dei redditi all’Agenzia delle Entrate, bisogna presentare il modello RED. Parliamo della comunicazione reddituale che ogni anno va inviata all’INPS. Con questo modello l’INPS chiede al beneficiario dell’assegno sociale di autocertificare i redditi che ha.
Non essendoci dichiarazioni dei redditi, l’INPS per quantificare la misura della prestazione o per confermare il diritto alla stessa, chiede questa dichiarazione. Pertanto, nel caso in cui un beneficiario dell’assegno sociale non provvede all’adempimento prima citato, rischia di perdere il beneficio.
Assegno sociale al posto della vecchia pensione sociale
Va detto infine che l’assegno sociale non è altro che la prestazione che ha sostituito la vecchia pensione sociale.
Infatti nel calcolo del reddito familiare vanno considerati tutti i redditi percepiti da entrambi, a esclusione dei trattamenti di fine rapporto e del reddito derivante dalla casa di abitazione principale de nucleo familiare. Non si considerano nel reddito anche i trattamenti per invalidi quali le indennità di accompagnamento o i redditi assoggettati a tassazione separata.