Il rendimento del BTp a 10 anni scende sotto il 4,40% sull’inflazione negli Stati Uniti

Il BTp a 10 anni ha visto scendere il rendimento sotto il 4,40% dopo che l'inflazione di ottobre negli Stati Uniti è risultata inferiore alle attese.
1 anno fa
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BTp 30 anni in attesa del taglio tassi BCE
BTp 30 anni in attesa del taglio tassi BCE © Licenza Creative Commons

Trend positivo per i titoli di stato italiani. Il rendimento del BTp a 10 anni è sceso sotto il 4,40% dopo che l’inflazione di ottobre negli Stati Uniti è risultata inferiore alle attese e in calo al 3,2% dal 3,7% di settembre e agosto. Il mercato ne ha dedotto che la stretta monetaria della Federal Reserve sarebbe arrivata alla conclusione. Già per tre volte quest’anno il governatore Jerome Powell ha evitato di aumentare i tassi di interesse, cioè ai board di giugno, settembre e ottobre.

E il cambio euro-dollaro è risalito a 1,087, ai massimi da fine agosto.

Giù anche spread con Bund

Il BTp a 10 anni ha guadagnato in meno di un mese il 5% in termini di prezzo. La scadenza 1 novembre 2033 e cedola 4,35% (ISIN: IT0005544082) è passata da un minimo di 95,54 centesimi al termine della seduta dello scorso 18 ottobre agli attuali 100,29. Sono state due le principali novità che hanno pesato positivamente sulla quotazione: la pausa sui tassi annunciata dalla Banca Centrale Europea (BCE) il 26 ottobre scorso e il crollo dell’inflazione testimoniato dall’Eurostat per il mese passato.

Stringe anche lo spread tra BTp a 10 anni e omologo tedesco a 180 punti base. Meno di un mese fa, il differenziale di rendimento puntava a 210 punti base. Resta il fatto che il decennale italiano sia il più generoso nell’Eurozona. In Grecia, il rendimento si aggira intorno al 3,85%. La discesa dello spread, comunque, è dovuta alla minore percezione del rischio sovrano a carico del debito pubblico dell’Italia. Poiché saremmo vicini alla conclusione della stretta sui tassi, il maggiore sollievo sarebbe proprio di quei paesi più indebitati nell’area.

BTp a 10 anni, rally ancora non concluso

Decisivo sarà l’ultimo board dell’anno della BCE. Se la pausa sui tassi venisse confermata e se nel frattempo l’inflazione di novembre nell’Eurozona continuasse ad arretrare, sul mercato si riverserebbero nuovi acquisti sui bond.

Ciò premierebbe particolarmente i titoli di stato italiani per quanto sopra detto. Chiaramente, una spinta arriverebbe anche dal giudizio di Moody’s di questo venerdì. In assenza di un temutissimo declassamento, il rendimento del BTp a 10 anni si ridurrebbe ulteriormente, così come ha fatto anche dopo S&P e Fitch.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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