Il Governo allontana le pensioni? Ecco cosa si può fare a 65 anni di età

Pensioni sempre più lontane? Ecco come anticipare l'uscita con la Naspi in attesa dell'età per la quiescenza di vecchiaia.
1 anno fa
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Se c’è una definizione che si può dare all’operato del Governo in materia previdenziale con la manovra finanziaria nel 2024 questa definizione non può che essere “inasprimento”. Infatti, le pensioni si allontanano dai lavoratori dopo le novità che il Governo sta per introdurre nel sistema previdenziale italiano con la nuova legge di stabilità. Molte le misure che vedono un netto inasprimento dei requisiti oppure un altrettanto netto cambiamento delle modalità di calcolo delle prestazioni che così diventano meno favorevoli per i lavoratori.

Per questo molti lavoratori cercano soluzioni alternative per lasciare il lavoro prima anche non godendo nell’immediato di un trattamento pensionistico.

“Gentile redazione, sono un lavoratore che nel 2024 compirà 65 anni di età. Lavoro nel settore dei trasporti e arriverò a maturare, nel 2024, 34 anni di contributi. Da quanto ho capito anziché migliorare la situazione di noi lavoratori gravosi per andare in pensione il Governo ha peggiorato il tutto. Anche l’Ape sociale, per esempio, è rimasta per noi camionisti, fruibile solo con 36 anni di contributi versati. Come è evidente io come età ce la faccio ma come contributi non rientro nella novità del Governo. Mi potete dare qualche consiglio per lasciare il lavoro in anticipo dal momento che sono piuttosto stanco di un’attività così logorante come quella che svolgo adesso?”

Le pensioni di vecchiaia si allontanano? Ecco allora che la NASPI può aiutare

Il nostro lettore ha colto esattamente il punto nevralgico di ciò che il Governo ha inteso fare con la nuova manovra di bilancio. I requisiti peggiorati e le modalità di calcolo della pensione meno favorevoli, sono alla base dell’operato dell’esecutivo. Significa che molti lavoratori si troveranno in una specie di limbo che non gli consentirà di andare in pensione nonostante abbiano maturato un’età piuttosto avanzata e nonostante svolgono un lavoro piuttosto gravoso.

Ma in alcuni casi, anche maturando i requisiti per andare in pensione, ci saranno lavoratori che troveranno meno conveniente andarci.

Per esempio, la nuova quota 103 impone il calcolo contributivo della prestazione, che si traduce in assegni più bassi e quindi meno favorevoli. Invece per l’Ape sociale, un disoccupato per esempio, nel 2024 dovrà per forza arrivare a 36 anni di contributi e non più a 30 come nel 2023.

La Naspi può essere un veicolo che anticipa la pensione a 65 anni per il lavoratore stanco

Proprio la disoccupazione, però, può essere una soluzione per chi, come il nostro lettore, si trova a due anni dal raggiungimento dell’età utile alla pensione di vecchiaia. Infatti la Naspi, ovvero l’indennità per disoccupati involontari dell’INPS, può essere erogata ai lavoratori che perdono la loro occupazione. Salvo che per le dimissioni volontarie, per tutti gli altri casi di perdita del lavoro l’indennità per disoccupati INPS può essere goduta fino a massimo 24 mesi.

Infatti la durata dell’indennità è pari alla metà delle settimane di lavoro svolte nei 4 anni precedenti l’ultima cessazione involontaria del lavoro. Quindi, chi arriva a 65 anni con una carriera che negli ultimi 4 anni è stata ininterrotta, può godere della Naspi per 2 anni per arrivare alla pensione.

Esattamente i due anni che mancano a chi ha compiuto i 65 anni di età per arrivare alla pensione. Tra l’altro il periodo di Naspi è coperto anche da contribuzione figurativa. Il che permette di prendere un’indennità e maturare periodi di contribuzione utili sia al diritto che alla misura della pensione.

La Naspi come anticipo della pensione

La Naspi vale il 75% dello stipendio medio utile ai fini previdenziali, percepito nei 4 anni precedenti. Dopo i primi mesi di fruizione però, l’importo si abbassa del 3% al mese progressivamente. Resta un veicolo tampone per poter andare a riposo prima del previsto.

Evitando negli ultimi 2 anni che mancano ai 67 anni, di continuare a svolgere un lavoro gravoso di cui ormai, il diretto interessato si è stancato. L’importante, ripetiamo, è che la perdita del lavoro sia indipendente dalla volontà del lavoratore. Infatti possono essere utili anche le dimissioni per giusta causa oltre ai vari licenziamenti individuali, collettivi o alle cessazioni del contratto per sopraggiunta scadenza di un contratto a termine.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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