Dichiarazione redditi, rottamazione cartelle, secondo o unico acconto 2023 imposte sui redditi. Sono i tre principali appuntamenti in scadenza il 30 novembre 2023.
Un ingorgo a cui i contribuenti e gli operatori del settore ormai sono abituati. Una maratona in ufficio per non saltare le date. Anche se, comunque, laddove si dovessero non rispettare gli appuntamenti i rimedi ci sono prima che il fisco se ne accorga. Per la rottamazione, ad esempio, ci sono i classici 5 giorni di tolleranza. Per gli altri due c’è il ravvedimento operoso.
Scadenze 30 novembre 2023, dichiarazione redditi per evitare sanzioni
Il primo e più importante appuntamento nelle scadenze del 30 novembre 2023 è la Dichiarazione redditi 2023 (anno d’imposta 2022). Entro questa data bisogna presentare il Modello Redditi.
Ricordiamo che alcuni contribuenti sono esonerati dalla dichiarazione redditi. Inoltre, chi ha già fatto la dichiarazione con il 730 (scaduto il 2 ottobre) non deve certo ripeterla entro la fine di questo mese di novembre.
Ad ogni modo, chi dovesse saltare la scadenza del 30, avrà altri 90 giorni per inviare la dichiarazione. Quindi, entro il 28 febbraio 2024. In questo caso si configurerà dichiarazione tardiva e bisogna pagare una sanzione di 25 euro. Se, invece, si invia il Modello Redditi dopo il 28 febbraio 2024, c’è omissione e nulla si potrà più fare. Bisogna solo aspettare che il fisco irroghi la sanzione piena (art. 1, D. Lgs. n. 471/1997) non appena se ne accorgerà.
Entro lo stesso termine del 30 novembre 2023 si può presentare un Modello Redditi correttivo nei termini, ossia per correggere errori/omissioni commesse in un 730/2023 o Modello Redditi/2023 già presentato. Dopo questa data, per le correzioni bisogna fare il Modello Redditi integrativo.
Secondo acconto imposte 2023 con la novità del “rinvio e rateizzo”
Per coloro che hanno fatto il 730/2023 senza sostituto d’imposta o che fanno il Modello Redditi, le scadenze del 30 novembre 2023 segnano anche la data entro cui versare il secondo o unico acconto imposte 2023.
Una novità solo per quest’anno è stata prevista con il decreto fiscale collegato alla manovra di bilancio 2024. In dettaglio, alle sole persone fisiche titolari di partita IVA che per l’anno d’imposta 2022 dichiarano reddito complessivo non superiore a 170.000 euro, è data possibilità di pagare l’acconto di novembre 2023:
- in unica soluzione, entro il 16 gennaio 2024 (senza interessi)
- oppure in massimo di 5 rate, dal 16 gennaio 2024 al 16 maggio 2024, con interessi sulle rate successive alla prima.
Sono esclusi da questa possibilità i contributi previdenziali. I chiarimenti sul rinvio acconto novembre 2023 sono contenuti nella Circolare n. 31/E del 2023.
C’è la seconda rata della rottamazione cartelle, 5 giorni in più
Altro appuntamento importante tra le scadenze del 30 novembre 2023 è con la rottamazione cartelle edizione legge di bilancio 2023. L’appuntamento interessa solo coloro che, in sede di adesione, hanno scelto il pagamento a rate (massimo 18).
Per loro, il giorno 30 di novembre, scade la seconda rata. Non si tratta di una scadenza categorica. Infatti, sono previsti i c.d. 5 giorni di tolleranza della sanatoria cartelle. Quindi, chi non paga entro il 30 novembre, può farlo entro il 5 dicembre 2023.
Se nemmeno entro il 5 dicembre, si paga (in tutto o in parte) la rata, allora il contribuente decade dalla rottamazione.
La scadenza, ricordiamo, non interessa i contribuenti che, al 1° maggio 2023, avevano residenza, sede legale o operativa in uno dei comuni di cui all’allegato 1 decreto alluvioni. Per loro, tutte le scadenze della rottamazione cartelle sono state prorogate di 3 mesi.
Riassumendo…
Nelle scadenze del 30 novembre 2023 ci sono:
- Modello Redditi 2023 (anno d’imposta 2022)
- Modello Redditi 2023 (anno d’imposta 2022) correttivo nei termini
- secondo o unico acconto imposte 2023 (con possibilità per alcuni di rinvio a gennaio 2024)
- seconda rata rottamazione cartelle (per chi ha scelto il pagamento rateale). La scadenza riguarda i NON alluvionati di maggio 2023.