E’ un buon momento per i titoli di stato italiani, che beneficiano più degli altri delle previsioni del mercato circa la cessazione della stretta sui tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea (BCE). Il rialzo delle quotazioni è avvenuto nell’ultimo mese in misura lampante. Prendiamo il BTp a 7 anni. Scadenza 1 dicembre 2030 e cedola 1,65% (ISIN: IT0005413171). Ieri, superava gli 86 centesimi, mentre il 18 ottobre scorso toccava i minimi recenti a 82,17 centesimi. L’apprezzamento è stato del 4,7%. Al contempo, il rendimento lordo è sceso dal 4,67% al 3,97%: -0,70%.
Scadenza chiave per debito pubblico italiano
Il BTp a 7 anni assume un significato peculiare in Italia. Esso riflette la durata media dei titoli del debito pubblico. Il suo rendimento indica il costo medio attuale ponderato dei bond. Questo significa anche che la pressione sui titoli di stato è scesa dai massimi a cui era salita a ottobre. Su questo tratto della curva, lo spread con i Bund giace sotto i 145 punti.
Se tutto il debito pubblico ci costasse davvero il 4%, nel giro di un anno a regime spenderemmo quasi 115 miliardi di euro all’anno contro i 90 preventivati dal governo per il 2024. A questi prezzi, il BTp a 7 anni offre una cedola netta effettiva dell’1,68%. Non è granché, specie a fronte di un’inflazione ancora all’1,7% nel mese di novembre, anche se attesa più bassa nel medio-lungo termine. Dunque, chi volesse inserire questo bond in portafoglio, dovrebbe capire che il 55% del rendimento netto deriva dalla plusvalenza alla scadenza, per cui dovremmo attendere sette anni per percepire il 3,75% complessivo.
Guadagni con BTp 7 anni limitati a breve
Si potrebbe acquistare il BTp a 7 anni anche nella sola convinzione che la quotazione continui a salire nei prossimi mesi. Difficile immaginare, comunque, grossi guadagni. A 90 centesimi, ad esempio, il bond offrirebbe già un rendimento lordo del 3,35%, oltre 60 punti base in meno di oggi.