Ormai sulle pensioni l’attesa maggiore riguarda il 31 dicembre 2023 quando dovrebbe essere approvata la manovra finanziaria del governo. In attesa dei correttivi alle varie bozze non ufficiali che circolano sulla manovra, alcune misure sembrano già pronte per la loro entrata in vigore nel 2024. Una di queste è Opzione donna, la cui conferma sembra certa. Così come sono certe le modifiche strutturali della misura rispetto al 2023.
Molte lettrici ci chiedono di questa misura. Ripetiamo che non c’è ancora nulla di ufficiale, perché addirittura pare che ci sarà un maxi emendamento della maggioranza che potrebbe modificare alcune misure inserite nelle bozze della Legge di Bilancio.
“Buongiorno, sono una lavoratrice dipendente di 61 anni con 36 anni di contributi. Volevo capire se l’anno prossimo Opzione donna sarà diversa da quest’anno visto che non appartengo a nessuna categoria tra quelle che oggi hanno diritto alla misura. Secondo voi si tornerà alle possibili uscite per tutte o resteranno in vigore le restrizioni del 2023?”
Le ultime su Opzione donna: ecco come dovrebbe essere la pensione anticipata nel 2024
Nuova Opzione donna nel 2024 ma vecchie restrizioni. Perché pare che la linea del governo sulla misura tanto cara alle lavoratrici fin dal 2004, quando fu varata, è questa. In pratica, resteranno le stesse platee di riferimento del 2023, almeno stando a quanto si apprende adesso. Non si dovrebbe ritornare alle vecchie regole. Anzi, qualcosa cambierà e sarà peggio di prima. Perché alle limitazioni di platee si aggiungerà un inasprimento dell’età anagrafica utile alla misura.
Dalla vecchia alla nuova Opzione donna, ecco come è cambiata la pensione contributiva per le lavoratrici
La vecchia Opzione donna, come nata nel 2004 consentiva alle lavoratrici di anticipare l’uscita già a 57 anni con 35 anni di contributi. Naturalmente doveva essere accettato il calcolo della pensione meno favorevole, ovvero il calcolo contributivo.
- Almeno 58 anni di età se lavoratrici dipendenti;
- Almeno 59 anni di età se lavoratrici autonome;
- Non meno di 35 anni di contributi versati.
Con le novità introdotte nel 2023 invece, molto cambiò come platee di riferimento. E anche come età di uscita, con l’inserimento dei figli avuti come parametro di riferimento per godere di sconti sull’età di uscita. Pertanto, nel 2023 i requisiti previsti oltre ai soliti 35 anni di contributi sono:
- Almeno 58 anni di età per licenziate o per lavoratrici dipendenti di aziende con tavoli di risoluzione delle crisi aziendali presso l’ex Ministero dello Sviluppo Economico (oggi Ministero del Made in Italy);
- Almeno 58 anni di età per invalide e caregiver che hanno avuto almeno 2 figli nella loro vita;
- Non meno di 59 anni per invalide e caregiver con un solo figlio avuto;
- Non meno di 60 anni per invalide e caregiver senza figli.
Limiti di platea ma non solo
Le restrizioni della versione 2023 di Opzione donna sono evidenti. Infatti, una dipendente della scuola, per esempio, non può godere di questa agevolazione. Cosa che prima del 2023 poteva fare. Ma l’elenco delle escluse è enorme visti i limiti di platea prima citati. E le stesse restrizioni, salvo variazioni ad ora non contemplate, dovrebbero essere parte integrante di Opzione donna 2024. Anzi, qualcosa cambierà come limite di età. Infatti dalle bozze non ufficiali della manovra, si evince che salirà di un anno l’età di uscita per ogni singola categoria di potenziali beneficiarie della pensione anticipata contributiva di opzione donna. Nello specifico:
- Almeno 59 anni di età per licenziate o per lavoratrici dipendenti di aziende con tavoli di risoluzione delle crisi aziendali presso l’ex Ministero dello Sviluppo Economico (oggi Ministero del Made in Italy);
- Almeno 59 anni di età per invalide e caregivers che hanno avuto almeno 2 figli nella loro vita;
- Non meno di 60 anni per invalide e caregivers con un solo figlio avuto;
- Non meno di 61 anni per invalide e caregivers senza figli.
Per il resto tutto resterà invariato.