Lagarde ammette che la BCE potrebbe azzerare gli acquisti dei bond con il PEPP

Christine Lagarde, governatore della BCE, spiega all'Europarlamento che i riacquisti dei bond con il PEPP potrebbero cessare prima del previsto.
1 anno fa
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Fine anticipata del PEPP?
Fine anticipata del PEPP? © Licenza Creative Commons

Il PEPP potrebbe cessare prima del previsto. Lo ha ammesso ieri il governatore della Banca Centrale Europea (BCE), in audizione all’Europarlamento. Christine Lagarde ha dichiarato che la discussione sulla fine del programma monetario da 1.700 miliardi di euro potrebbe iniziare “in un futuro non troppo lontano”. Ha altresì confermato che i tassi di interesse resteranno “alti sufficientemente a lungo” e fintantoché l’inflazione nell’Eurozona non scenderà al 2%, non ci sarà alcun taglio.

Il PEPP è un programma di acquisti di bond varato nel marzo del 2020 per contrastare gli effetti della pandemia sui mercati finanziari.

Rimase attivo fino al marzo dello scorso anno e da allora la BCE si limita a reinvestire i proventi dei bond in scadenza per acquistarne di altri. Si è impegnata a proseguire in tali riacquisti “almeno fino alla fine del 2024”. Ma alcuni membri del board da mesi spingono per anticiparne la cessazione, magari come moneta di scambio per evitare ulteriori aumenti dei tassi.

Mercato non teme fine anticipata PEPP

Ad ottobre, contrariamente alle attese, il board non affrontò ufficialmente il problema. Nel frattempo, approvava una pausa sui tassi per la prima volta dal luglio dello scorso anno. Malgrado le dichiarazioni di Lagarde di ieri, il mercato obbligazionario non sembra credere tanto al loro contenuto. Tant’è che anche oggi i rendimenti sovrani italiani sono in calo e lo spread con i Bund a 10 anni si mantiene sostanzialmente invariato attorno ai 175 punti base o 1,75%.

Se il programma cessasse prima della fine del 2024, la domanda di titoli di stato nell’Eurozona si ridurrebbe di una media di quasi 20 miliardi al mese. Ai BTp verrebbero meno ordini per una quarantina di miliardi all’anno. Sarebbe un problema, tenuto conto che già le emissioni di debito pubblico stiano avvenendo ai tassi più alti da molti anni a questa parte. Tuttavia, il mercato continua a scontare un taglio dei tassi di 100 punti base o dell’1% entro dicembre 2024.

L’Euribor a 3 mesi, che segue l’andamento dei tassi sui depositi, si tiene sempre al di sotto della soglia del 4%, segno che gli investitori non credano vi sarà un nuovo aumento dei tassi.

Liquidità in forte calo, Eurozona a rischio recessione

Sulla fine anticipata dei riacquisti con il PEPP c’è, quindi, un certo scetticismo sui mercati. Evidentemente, il calo dell’inflazione è atteso proseguire anche dopo ottobre e ciò dissuaderebbe la BCE dal condurre una politica monetaria ancora più restrittiva quando l’economia nell’Eurozona rischia la recessione. Ad ottobre, la massa monetaria nota come aggregato M3 è risultata in calo su base annua del 10%. E’ l’ennesima conferma circa la veloce riduzione della liquidità in circolazione, che a sua volta lascia intravedere una ulteriore decelerazione dell’inflazione.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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