L’ingresso a Casa Rosada da presidente avverrà domani con il giuramento di Javier Milei, il candidato della destra libertaria “anarco-capitalista” uscito trionfante dalle elezioni di novembre. Una svolta per la politica nazionale dopo decenni di peronismo imperante nei palazzi e nella mentalità popolare, che tantissimi danni ha provocato all’economia. E i bond dell’Argentina salutano con grande piacere il nuovo capo dello stato, intravedendovi l’inizio di un nuovo corso.
Milei ha cercato di darsi un’immagine molto più rassicurante dopo il primo turno e ancora di più dopo la vittoria.
Rally bond Argentina in attesa della maxi-svalutazione
Come detto, i bond dell’Argentina stanno reagendo benissimo al cambio di governo. La scadenza in dollari del 9 luglio 2035 e cedola 3,625% (ISIN: US040114HT09) è salita di quasi il 50% in termini di prezzo dai minimi di ottobre. E dalla vittoria di Milei, segna +23% a 32 centesimi. La scadenza del 9 luglio 2041 con cedola 3% (ISIN: XS2177365363) sale del 21% dal ballottaggio e del 40% dai minimi di ottobre.
Già dopodomani gli economisti si aspettano una maxi-svalutazione del cambio. Milei punta ad eliminare i pesos per rimpiazzarli con il dollaro statunitense. L’operazione, ammesso che sarà effettivamente portata a compimento, non avverrebbe in tempi brevi. Il mercato parallelo non ha visto il collasso del cambio come ci si aspettava. Anzi, il dollaro è rimasto sostanzialmente stabile contro la valuta locale e questo giovedì si attestava a 955 pesos, in linea con i livelli pre-elettorali.
Corsa contro il tempo per schivare decimo default
Milei si starebbe concentrando sulla riduzione del deficit fiscale per rianimare i conti pubblici ed eliminare la principale fonte dell’inflazione, sopra il 140%: l’eccesso di spesa pubblica monetizzata dalla banca centrale.
C’è ottimismo per la svolta politica senza precedenti, anche se bisogna ammettere che i bond dell’Argentina partivano da livelli così infimi, che ancora dopo il rally di queste settimane restano a prezzi stracciati. La svalutazione del cambio salverebbe le riserve valutarie dal prosciugamento totale a cui sarebbero altrimenti destinate, anche se nel breve periodo determinerebbe l’aumento del peso del debito in valuta estera. Ecco perché, a bocce ferme, bisognerà seguire passo dopo passo la politica di Milei nel suo insieme per capire la direzione che prenderà l’economia.