Quattordicesima della pensione nel 2024: ecco cosa c’è da fare adesso

Nuovo messaggio INPS sulla ricostituzione delle pensione, ecco cosa dice l'INPS anche per chi deve prendere la quattordicesima.
1 anno fa
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Un nuovo messaggio INPS del 14 dicembre riporta la lente di ingrandimento su uno strumento molto noto, ma che spesso genera dubbi ed incertezze. Parliamo della quattordicesima mensilità sulle pensioni. A luglio, o a dicembre per i pensionati che compiono 64 anni di età dopo il mese di luglio dell’anno di riferimento, molti pensionati godono di una ulteriore mensilità aggiuntiva. Ma tanti altri pensionati non la prendono, e non tutti capiscono il perché.

Con il messaggio n° 4462 l’INPS ha annunciato delle semplificazioni riguardo alle modalità con cui si può entrare nel perimetro della mensilità aggiuntiva.

Il lavoratore non deve presentare nessuna domanda diretta per ottenerla. Infatti la prestazione aggiuntiva è automaticamente accreditata agli aventi diritto, da parte dell’INPS. Ma allora, di cosa tratta l’INPS nel messaggio e cosa viene effettivamente semplificato per i pensionati?

Quattordicesima della pensione nel 2024: ecco cosa fare adesso

Alla luce della novità introdotta dall’Istituto Previdenziale, oggi possiamo rispondere ai tanti lettori che da tempo ci chiedono soluzioni atte a rientrare nella quattordicesima. Lettori, e quindi pensionati, che evidentemente non la prendono e non capiscono il perché.

“Salve, sono Matteo, un pensionato con assegno di 1.000 euro al mese. La mia pensione è di vecchiaia e come importo credo di rientrare nel perimetro della quattordicesima mensilità. Sono in pensione da settembre 2023 e credevo di poterla percepire a dicembre, ma con il mio rateo non trovo traccia di questa mensilità aggiuntiva. Come mai?”

Il quesito sopra riportato è solo uno dei tanti quesiti che i nostri lettori ci propongono riguardo alla quattordicesima mensilità. Il meccanismo con cui l’INPS eroga la quattordicesima, i limiti, i requisiti e le modalità che non prevedono domande, sono tutti fattori che lasciano incertezze e dubbi nei pensionati.

Nel messaggio INPS sopra citato, ecco che emergono alcune novità che possono tornare utili a quanti, non prendendo la mensilità aggiuntiva, si chiedono come possono fare.

Infatti l’INPS parla di semplificazione delle procedure di ricostituzione della pensione.

Questa è l’unica domanda che un pensionato può girare all’INPS per spingere eventualmente l’Istituto a riconsiderare la propria pensione come idonea a percepire la quattordicesima. O qualsiasi altra somma aggiuntiva come maggiorazioni sociali, integrazione al trattamento minimo e così via dicendo.

Pensione da ricalcolare, perché?

Per poter ricalcolare la prestazione percepita, bisogna passare da una domanda di ricostituzione reddituale. Perché sono le variazioni reddituali che un pensionato può subire nel tempo, rispetto a quelle che aveva alla data di liquidazione della pensione, le cose che possono portare un pensionato a chiedere di ricalcolare il proprio assegno. Con la domanda di ricostituzione infatti il pensionato chiede all’INPS di tenere in considerazione nuovi elementi per quantificare l’importo della prestazione. E una variazione reddituale non può che essere considerato un nuovo elemento.

La domanda di ricostituzione si presenta, come sempre, telematicamente. Le vie sono quelle classiche, cioè quella che va da un Patronato autorizzato all’assistenza a quella del fai da te con SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) almeno di Livello 2. Oppure con la CNS (Carta Nazionale dei Servizi) o con la CIE (Carta d’identità elettronica). Il meccanismo è semplice anche per chi adotta la soluzione autonoma.

Infatti basta collegarsi all’area riservata del sito INPS, procedendo con le sezioni “Pensione e Previdenza”, “Domanda di pensione” e poi su “Variazione pensione” e “Quattordicesima”.

La quattordicesima e come si calcola

Per chi fosse interessato alla domanda di ricostituzione per verificare l’eventuale diritto alla quattordicesima, meglio riepilogare i requisiti necessari per percepire la mensilità aggiuntiva. Perché anche questo spaccato dello strumento spesso presenta dubbi e perplessità. Infatti la quattordicesima viene erogata a pensionati con assegni fino a 2 volte il trattamento minimo INPS.

Nel 2023 questo trattamento minimo è pari a 563,74 euro al mese. Nel 2024 dovrebbe essere adeguato al tasso di inflazione, e quindi arriverà a 594,18. Per le pensioni fino ad 1,5 volte il trattamento minimo, la quattordicesima è più alta. Per le pensioni superiori e fino a 2 volte lo stesso trattamento, la quattordicesima è più bassa e per quantificare il diritto alla pensione si somma anche la quattordicesima.

La guida alla quattordicesima, ecco come funziona

Importo della pensione ma anche reddito totale, questi i limiti che un pensionato deve considerare per verificare il suo diritto alla quattordicesima mensilità. Hanno diritto alla quattordicesima i pensionati con almeno 64 anni di età già compiuti. Chi li compie nel 2024, avrà diritto a tanti dodicesimi di quattordicesima quanti sono i mesi successivi al compimento di questa età anagrafica. Se i 64 anni vengono completati prima di luglio, la quattordicesima spetta proprio in aggiunta alla mensilità di luglio.

Se invece l’età viene completata dopo luglio, la quattordicesima si prende a dicembre. Chi prende un assegno fino a 1,5 volte il trattamento minimo e ha meno di 15 anni di contributi (per gli autonomi 18 anni), prenderà di quattordicesima l’importo aggiuntivo di 437 euro. Nelle stesse condizioni contributive, ma con assegno sopra 1,5 volte e fino a 2 volte il trattamento minimo, la quattordicesima è pari a 336 euro.

Sempre distinguendo tra pensioni sotto 1,5 volte il minimo e sopra, il pensionato con più di 15 anni di contributi ma meno di 25 anni (da 18 a 28 anni per i lavoratori autonomi), prenderà rispettivamente 546 o 420 euro. Invece per carriere contributive superiori a 25 anni o a 28 anni per i lavoratori autonomi, gli importi sono rispettivamente pari a 655 e 504 euro.

Occhio ai redditi e non solo alla pensione

Esiste però quello che l’INPS chiama clausola di salvaguardia. Si tira dentro infatti anche il reddito complessivo del pensionato. Come si legge sul sito dell’INPS, “nel caso in cui il reddito complessivo individuale annuo del pensionato risulta superiore a 1,5 volte o a 2 volte il trattamento minimo e inferiore a tale limite incrementato della somma aggiuntiva spettante, l’importo della quattordicesima è corrisposto fino a concorrenza del limite maggiorato”.

In altri termini, le cifre sopra riportate riguardano la corresponsione piena della mensilità aggiuntiva. Per chi ha dei redditi superiori. Perché vige anche il requisito del reddito complessivo fino a 2 volte il trattamento minimo annuo del Fondo Lavoratori Dipendenti.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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