Domani ci sarà il pagamento della terza cedola semestrale del BTp Italia 28 giugno 2030 (ISIN: IT0005497000). E’ previsto un esborso lordo nell’ordine dei 144 milioni di euro a carico del Tesoro, cioè di tutti noi contribuenti. Il tasso di rivalutazione del capitale per il semestre in corso è stato determinato allo 0,721%. Sommato alla cedola semestrale dello 0,8%, a sua volta calcolata sul capitale rivalutato, otteniamo una cedola complessiva dell’1,527%. In pratica, su ogni 1.000 euro di bond nominale in portafoglio il Tesoro vi pagherà 15,27 euro.
Cedole battono inflazione dall’emissione
Dalla sua emissione del giugno 2022, il BTp Italia 2030 avrà staccato con domani cedole lorde per un controvalore pari a circa 109,74 euro su ogni 1.000 euro di capitale nominale. Dunque, il rendimento è stato prossimo all’11% in questi primi diciotto mesi dell’investimento. Nel frattempo, l’indice dei prezzi al consumo per il FOI è salito di oltre il 6% al 30 novembre scorso. Possiamo affermare senza ombra di dubbio che il bond abbia sinora più che garantito il potere di acquisto, anche al netto dell’imposizione fiscale.
Com’è stata determinata la cedola in pagamento domani? Il BTp Italia 2030 è agganciato all’indice FOI, che all’inizio del semestre in corso fu stimato a 118,36 e che per domani è stato innalzato a 119,2129. Dunque, la variazione dei prezzi al consumo è stata dello 0,721% sopra indicato. Si tratta, tuttavia, di una stima preventiva e suscettibile per questo di errore. In effetti, a novembre l’indice FOI è risultato in calo per il secondo mese consecutivo a 118,70.
BTp Italia 2030 e inflazione italiana attesa
In altre parole, già il FOI di inizio semestre per il pagamento della prossima cedola risulta superiore a quello effettivo. Servirà un suo aumento superiore allo 0,4% entro il 28 aprile, giorno a cui verrà parametrato il prossimo pagamento. D’altra parte, difficile immaginare che per quel mese l’indice FOI risulti pari o inferiore al 118,7 di novembre.
Il BTp Italia 2030 si acquista oggi a 96,42 centesimi, implicando un rendimento reale in area 2,25%. Esso si confronta con circa il 3,05% del bond del Tesoro di simile durata e cedola fissa. La differenza dello 0,80% capta il tasso medio annuo dell’inflazione attesa per i prossimi sei anni e mezzo. Ancora una volta otteniamo un dato molto basso, tale da indurci a temere che il mercato stia sottostimando l’inflazione italiana futura e che il bond ad essa indicizzato possa essere snobbato in questa fase.