Stop alle differenze regionali, il 2024 è iniziato e arrivano i nuovi ticket sanitari che hanno adesso valore nazionale. Come cambiano le tariffe per esami e visite mediche? Ci saranno dei rincari o si riuscirà a risparmiare rispetto allo scorso anno? Queste e altre domande attanagliano gli italiani. Vediamo di dare una risposta precisa attraverso alcuni esempi pratici.
Cambio di tariffe a livello nazionale
Il servizio sanitario nazionale ha finalmente un quadro più omogeneo dopo l’accordo dello scorso aprile raggiunto tra Stato e Regioni.
Tra le novità più importanti messe in atto dalla revisione Lea, ecco le tre che avranno certamente un peso non indifferente sul sistema nazionale sanitario a partire da quest’anno:
- procedure PMA, la procreazione medicalmente assistita, introdotte a livello nazionale e non soltanto a regime di ricovero. Naturalmente, l’erogazione di tali procedure non sarà più differente tra regione e regione;
- prestazioni ad alto contenuto tecnologico erogate ora anche in regime ambulatoriale;
- consulenza e indagine genetica per determinate malattie di tipo ereditaria.
Che il sistema sanitario nazionale avesse bisogno di una riforma era evidente ormai da tempo, e senza dubbio le procedure Lea non basteranno a risollevarlo dalla crisi, ma è senza dubbio un primo passo importante.
Ticket sanitari, cosa cambia?
Tornando a parlare invece dei ticket sanitari, andiamo a vedere qualche esempio illuminante per capire se i costi sono ora più alti o se invece si risparmia qualcosa. Per quanto riguarda l’accettazione di una visita, ora i cittadini tutti dovranno corrispondere una quota massima di 36,15 euro. Ciò significa che per ottenere la prestazione richiesta in ricetta lo Stato può chiederci fino a tale somma massima per coprire le spese. Questo limite massimale vale anche quando nella ricetta sono segnate più prestazioni della stessa branca (fino a un massimo di 8). In pratica, se la tariffa superiore a tale tetto massimo, allora la prestazione è interamente a carico del cittadino. Viceversa, se invece la ricetta prevede un costo più alto, allora sarà il sistema sanitario nazionale a coprire il restante della spesa.
Naturalmente, le stesse prestazioni richieste hanno ora una tariffa unitaria, essendo state abbattute le differenze tra regioni. Anche in questo caso quindi la domanda lecita è: si risparmia o andremo a pagare di più? Ecco quindi il nuovo tariffario in merito ad alcuni esami e visite particolarmente comuni:
- prima visita specialistica, prima la media era di 21,59 euro tra le varie regioni, ora il costo unitario è di 22 euro;
- ecografia addome inferiore, prima la media era di 35,62 euro, ora è di 37,8 euro;
- visita di controllo, media precedente 14,05 euro, ora 16,2 euro;
- radiografia al torace, media precedente 17,51 euro, ora 15,45 euro;
- elettrocardiogramma, media regionale 12,08 euro, ora 11,06 euro.
Questi sono solo alcuni esempi relativi ai nuovi ticket sanitari. Insomma, abbiamo visto che in realtà il risparmio è pressoché inesistente, anche se alcune prestazioni costano effettivamente meno.
I punti chiave…
- da gennaio sono partiti i nuovi ticket sanitari, annullate le differenze tra regioni;
- un unico tariffario su tutto il paese, ma in sostanza i costi sono rimasti nella media;
- le regioni che prima erano più care risparmieranno qualcosa, mentre i cittadini delle regioni più economiche andranno ora a pagare qualcosina in più.