Pensione notturni per i nati nel 1963, ecco cosa fare entro maggio per uscire nel 2025 a 62 anni

Ecco cosa devono fare i nati nel 1963 che vogliono andare in pensione con lo scivolo usuranti nel 2025 e per i notturni, quante notti di lavoro servono per anno solare.
12 mesi fa
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Pensioni
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Ci sono delle misure pensionistiche che per essere sfruttate e, quindi, per permettere a un lavoratore di anticipare l’uscita, devono essere messe a punto per tempo. Una misura che funziona proprio in questa maniera, è la pensione con quota 97,6. Una misura che per molti nati nel 1963 prevede il pensionamento nel 2025. Ma bisogna adoperarsi e fare subito un adempimento, anche per chi i requisiti, che adesso vedremo, li raggiunge entro il 31 dicembre 2025.

“Buonasera, sono una Guardia Particolare Giurata e svolgo un lavoro notturno da 20 anni.

Volevo delle delucidazioni in merito alla pensione per noi notturni, perché nel 2025 compio 62 anni di età e supero i 35 anni di contributi che credo siano i due requisiti previsti. Mi spiegate se davvero posso andare in pensione l’anno prossimo?”

Pensione nati nel 1963, ecco cosa fare entro maggio per uscire nel 2025 a 62 anni come notturni

La pensione di cui parla il lettore è lo scivolo usuranti. Una misura strutturale e quindi valida anche l’anno in corso e nel 2025. Per poter accedere a questa prestazione serve rispettare i tre requisiti fondamentali, che sono:

  • Almeno 61,7 anni di età;
  • Almeno 35 anni di contributi;
  • Quota 97,6 completata.

Possono avere accesso a questa prestazione, i lavoratori che per mansioni, ricadono in una di quelle previste come usuranti. L’attività usurante deve risultare come svolta per almeno sette anni negli ultimi dieci anni di lavoro o per almeno metà della vita lavorativa complessiva. Per gli autonomi la quota da centrare è più alta, pari com’è a 98,6 e quindi l’età minima sale a 62,7 mesi.

Quali sono i lavori usuranti che consentono la pensione a 61,7 anni di età?

Dal 1° gennaio 2017 non si applicano più le finestre di attesa per la pensione. Significa che non si applicano più le finestre di 12 mesi per i dipendenti e di 18 mesi per gli autonomi come in origine prevedeva la misura.

Un lavoratore può essere considerato come impegnato in mansioni particolarmente usuranti se svolge una delle seguenti attività:

  • Lavoro in galleria o miniera;
  • Lavoro in cava;
  • Palombari;
  • Lavoro in cassoni ad aria compressa;
  • Lavoro con esposizione ad alte temperature;
  • Addetti alla lavorazione del vetro cavo;
  • Lavoro in spazi ristretti ed angusti;
  • Addetti al trattamento e all’asportazione dell’amianto.

Anche i notturni dentro il lavoro usurante

Dentro lo scivolo usuranti, e con gli stessi requisiti e vincoli prima citati, ci sono anche i lavoratori che svolgono attività nella cosiddetta linea a catena. Oppure i conducenti di veicoli per il trasporto pubblico con capienza sopra le 9 persone. Ma anche i lavoratori notturni, come è il nostro lettore, possono accedere a questo scivolo. Nello specifico, in base alle notti di lavoro espletate nell’anno solare, cambiano alcuni requisiti da centrare. Nel dettaglio, per la pensione con questo scivolo, il lavoro notturno svolto deve essere per:

  • 78 o più notti l’anno: quota 97,6, 35 anni di contributi e 61,7 anni di età per dipendenti, quota 98,6, 35 anni di contributi e 62,7 anni di età per autonomi;
  • da 72 a 77 notti l’anno: quota 98,6, 35 anni di contributi e 62,7 anni di età per dipendenti, quota 99,6, 35 anni di contributi e 63,7 anni di età per autonomi;
  • da 64 a 71 notti l’anno: quota 99,6, 35 anni di contributi e 63,7 anni di età per dipendenti, quota 100,6, 35 anni di contributi e 64,7 anni di età per autonomi.

Domanda di pensione notturni e decorrenza del trattamento

Per la domanda di pensione, chi raggiunge i requisiti nel 2025, dovrà presentare domanda entro il primo maggio 2024. Infatti come si legge sul sito dell’INPS, la domanda di riconoscimento dei beneficio, che è propedeutica della domanda di pensione vera e propria, va presentata entro il primo maggio dell’anno precedente a quello di maturazione dei requisiti agevolati. Ma questa domanda non incide sul diritto al pensionamento nel caso non venga presentata entro i termini.

Il difetto di ritardare la pratica è sostanzialmente quello della perdita di mesi di trattamento. Perché gli interessati, se presentano la domanda entro i 30 giorni successivi al primo maggio, perdono un mese di pensione. Così come ne perdono due quanti ritardano di 2 mesi l’invio dell’istanza di riconoscimento del beneficio e ne perdono 3 quelli che la mandano ancora in ritardo. Il numero di notti lavorate all’anno è importante

Il nostro lettore quindi ha le carte in regola per andare in pensione nel 2025. Ma deve programmare il tutto come spiegato prima. Entro il prossimo primo maggio deve inoltrare la domanda di riconoscimento del beneficio. A cui farà seguito, nel 2025, la sua domanda di pensione vera e propria, naturalmente poco prima di raggiungere i requisiti prima citati. Sempre che le sue notti di lavoro per anno solare, siano quelle indicate in precedenza, cioè pari ad almeno 78 giorni ad anno.

Altrimenti la sua pensione slitterebbe di un anno, dovendo arrivare a 62 anni e 7 mesi di età in presenza di notti di lavoro tra le 72 e le 77. O addirittura a 63 anni e 7 mesi se le notti di lavoro svolte sono ancora di meno (ma non sotto le 64, altrimenti niente pensione usuranti).

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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