Andare in pensione nel 2024 è diventato più difficile rispetto ai requisiti del 2023. E la tendenza è di ulteriori restrizioni col passare degli anni, visto che la spesa pensionistica è destinata a salire ancora a fronte di un gettito contributivo che manca per sostenerla. Cioè, mancano i giovani occupabili (denatalità) e i salari in Italia risultano ormai fra i più bassi della Ue. Uno scenario che costringe da tempo il governo ad adottare misure sempre più severe in fatto di pensioni.
Così da quest’anno per lasciare il lavoro, soprattutto in anticipo, occorre essere in possesso di nuovi requisiti.
Nuovi requisiti per andare in pensione nel 2024
Come detto cambiano i requisiti delle uscite anticipate verso le quali il governo ha adottato ulteriori tagli. La pensione anticipata a 64 anni di età con 20 anni di anzianità lavorativa per i lavoratori contributivi puri è da oggi concessa solo se si raggiunge almeno la soglia minima pari a 3 volte l’importo dell’assegno sociale (prima era di 2,8 volte).
Peggiora anche il sistema di calcolo della pensione ottenibile con Quota 103. Dal 1 gennaio 2024 i lavoratori che fanno domanda di ritiro dal lavoro a 62 anni con almeno 41 anni di contributi devono mettere in conto una perdita dell’assegno derivante dal ricalcolo interamente contributivo della pensione. Oltre al fatto che il primo assegno sarà erogato dopo 7 mesi se trattasi di lavoratore privato e dopo 9 mesi se dipendete pubblico (finestre mobili). Anche il tetto massimo di pensione erogabile fino a 67 anni di età è abbassato a 4 volte l’importo del trattamento minimo Inps.
Per gli statali che erano iscritti alle vecchie gestioni ex Inpdap (CPDEL, CPS, CPI, CPUG) la pensione anticipata sarà più bassa da quest’anno. La legge di bilancio ha rideterminato l’aliquota di rendimento dei periodi assicurativi prima del 1996 ricadenti nel sistema di calcolo retributivo. Con penalizzazione meno marcata per chi ha più anni di contributi da far valere, per azzerarsi dai 15 anni in su. Fa eccezione il personale sanitario per il quale è in essere un meccanismo di penalizzazione di 1/36 del valore della pensione per ogni mese di posticipo del pensionamento anticipato.
Ape Sociale, Opzione Donna, lavoratori precoci
Nel 2024 diventa più complicato andare in pensione anche con Opzione Donna. Il requisito anagrafico per le lavoratrici dipendenti e autonome sale di un anno rispetto al 2023. Occorrono quindi 61 anni di età per accedere alla pensione contributiva con 35 anni di versamenti e appartenenza a categorie di lavoratrici svantaggiate (caregiver, invalide, licenziate, dipendenti di aziende in crisi). Vale sempre lo sconto fino a 2 anni in presenza di figli.
Idem per l’anticipo pensionistico previsto da Ape Sociale che riguarda anche i lavoratori maschi sempre rientranti nella categoria di persone fragili e svantaggiate, ivi inclusi i lavoratori gravosi. Fatti salvi i requisiti contributivi, dal 2024 servono 5 mesi in più sulla carta di identità rispetto al 2023 per accedere alla prestazione. Occorrono 63 anni e 5 mesi di età, il che allontana una vasta platea di beneficiari dalla pensione anticipata, soprattutto lavoratori addetti a mansioni gravose e faticose.
Invariati, invece, i requisiti per andare in pensione come lavoratori precoci. Con 41 anni di contributi di cui almeno 12 mesi versati prima del compimento del 19 esimo anno di età. Così come le regole di pensionamento riservate al personale militare e addetto alle forze di pubblica sicurezza che continuano a beneficiare di requisiti eccezionali.
Riassumendo…
- Andare in pensione anticipata nel 2024 è più difficile per tutti.
- Quota 103 non conviene più per via del ricalcolo contributivo della rendita.
- Aumenta il requisito anagrafico per Opzione Donna e Ape Sociale.
- Per i dipendenti pubblici viene introdotta una penalizzazione.