BoT annuali emessi sotto il 3,50% e spread in calo, il rischio sovrano fa meno paura

Spread sotto 165 punti e BoT annuali assegnati con rendimento inferiore al 3,50%. L'Italia fa meno paura con l'atteso taglio dei tassi.
12 mesi fa
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Asta BoT a 12 mesi febbraio 2024
Asta BoT a 12 mesi febbraio 2024 © Licenza Creative Commons

C’è voglia di Italia in questo primissimo scorcio del 2024. E’ tornata tra tassi di interesse attesi in calo e minore rischio sovrano percepito. Se martedì gli ordini per il nuovo BTp a 7 anni e la riapertura del trentennale avevano registrato la cifra record di oltre 157 miliardi di euro, ieri è andata meglio del previsto all’asta dei Buoni ordinari del Tesoro (BoT) annuali. Collocati tutti gli 8 miliardi offerti con un rendimento in calo al 3,442% dal precedente 3,528% di dicembre. Il prezzo di aggiudicazione è stato di 96,601 centesimi.

La domanda si è rivelata relativamente più alta di un mese fa, attestandosi a 10,78 miliardi, pari a un rapporto di copertura di 1,35 contro l’1,31 di dicembre. Il rendimento netto è sceso così al 2,839% per i calcoli di Assiom Forex.

Spread BoT annuali sotto 20 punti

I BoT annuali offrono rendimenti a premio notevolmente più basso degli omologhi tedeschi rispetto alle scadenze più alte. Lo spread su questo tratto della curva risultava ieri intorno ai 17 punti base o 0,17%. Sul tratto decennale, era sceso sotto 165 punti o 1,65%. L’Italia fa meno paura con l’atteso taglio dei tassi da parte della Banca Centrale Europea. Che avvenga a marzo o qualche mese più tardi, il percorso per la politica monetaria sembra tracciato. E ciò non farà che bene ai conti pubblici italiani, riducendo i costi di emissione dell’alto debito.

Soltanto fino a qualche mese fa i rendimenti dei BoT annuali si erano diretti a ridosso della soglia del 4%. Da allora, risultano diminuiti di oltre mezzo punto percentuale. Il periodo d’oro per gli obbligazionisti sembra alle spalle, perlomeno sul piano dei rendimenti ottenuti tra cedole e prezzi di acquisto. Ma si è già aperta una nuova fase di guadagni in conto capitale, vale a dire legati all’aumento dei prezzi. A beneficiarne sono state le scadenze più lunghe, con rialzi che hanno sfiorato il 30% in due mesi tra ottobre e dicembre.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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