Lavoratore privato e pubblico, i due stipendi diversi penalizzano la pensione?

Il calcolo della pensione in base allo stipendio risulta diverso per dipendenti pubblici e privati. Cosa determina la differenza.
9 mesi fa
2 minuti di lettura
Calcolo della pensione in base allo stipendio
Foto © Licenza Creative Commons

Il dipendente pubblico percepisce una rendita più alta di quello privato. Il calcolo della pensione avviene in base allo stipendio che mediamente per gli statali è più elevato che per i lavoratori dipendenti e autonomi del settore privato. Non tanto per via dei contratti di lavoro che spesso si equivalgono nella retribuzione, quanto a causa della instabilità del lavoro privato rispetto a quello pubblico.

E’ indiscutibile che il posto di lavoro nella pubblica amministrazione, al di là del livello retributivo, è più sicuro e quindi continuativo e stabile nel tempo.

Un dipendente comunale, piuttosto che un insegnante di ruolo nella scuola, arriveranno a fine carriera senza soluzione di discontinuità. Cosa che, al contrario, accade meno di frequente nel settore privato, quindi talvolta soggetto a interruzioni e cambiamenti del rapporto di lavoro.

Calcolo della pensione in base allo stipendio

Poiché gli oneri contributivi e i requisiti per andare in pensione sono uguali per tutti, quello che cambia, alla fine, è il montante contributivo che è maggiormente garantito nella fase di accumulo per gli statali piuttosto che per i lavoratori privati. Questo non significa che chi lavora nel settore privato sia penalizzato rispetto a coloro che servono lo Stato. Ma semplicemente che i soldi accumulati per la pensione possono risultare minori per i primi rispetto ai secondi in caso di crisi d’impresa.

I casi più comuni che riducono la base contributiva per il calcolo della pensione sono la Naspi, La cassa integrazione, il ricorso al part time. O i vuoti contributivi per mancanza di lavoro. Anche il lavoro autonomo è rischioso ai fini pensionistici. La copertura IVS in molti casi è affidata ai versamenti volontari o alla previdenza complementare durante i periodi di crisi.

Queste cose non succedono, invece, nel pubblico impiego, dove il rischio di perdere il posto di lavoro non c’è. O è minimo. Per cui la carriera è lineare, continua e progressiva.

E i versamenti contributivi sono costanti per i quali ne deriva, alla fine, una pensione a volte più alta, a parità di retribuzione, rispetto al lavoratore privato o autonomo.

Stipendi uguali, pensioni diverse

In sintesi, a parità di stipendio fra settore privato e del pubblico impiego, la pensione può risultare diversa. Nel senso che tendenzialmente è più alta per gli statali, ma solo per le ragioni che abbiamo illustrato sopra. Non c’è quindi da sorprendersi del divario esistente, ma è bene sapere che non si guadagna di più da una parte rispetto all’altra.

Anzi le retribuzioni nel settore privato del credito, delle assicurazioni o dei trasporti, a parità di qualifica (ammesso che si possa fare un paragone) sono più alte che nel pubblico impiego. Ma poi, alla fine, se subentrano crisi aziendali o licenziamenti, la pensione ne risente. Motivo per il quale tutti sono alla ricerca di un posto statale. Meglio ancora se nelle forze armate o nei vigili del fuoco.

Benché lo stipendio di un carabiniere o di un poliziotto appena immesso in ruolo non sia particolarmente entusiasmante, entrare a far parte delle forze armate o di pubblica sicurezza è sicuramente vantaggioso dal punto di vista pensionistico. I militari, vanno, infatti, in pensione al raggiungimento dell’età ordinamentale, a 60 anni per la maggior parte di essi.

La pensione di vecchiaia così concessa, grazie al fondo di perequazione riservato alla categoria, è equiparata a quella delle generalità dei lavoratori a 67 anni di età. Vi sono poi le maggiorazioni contributive a loro riservate e tutta una serie di vantaggi e privilegi che nel settore privato non esistono. E che fanno lievitare l’importo dell’assegno mensile.

Riassumendo…

  • Le pensioni pubbliche sono più alte di quelle private ma non vi è particolare differenza di retribuzione.
  • Il dipendente privato è sempre soggetto ai rischi d’impresa, lo statale no.
  • Il calcolo della pensione dipende dalla base contributiva, non dal posto di lavoro.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Conviene adesso fare la surroga dei mutui?
Articolo precedente

Buoni fruttiferi postali, libretti di risparmio e Pac: il regalo perfetto per un futuro sicuro

cu 2024
Articolo seguente

CU 2024, invio e consegna: la scadenza resta doppia