Con la legge di Bilancio per il 2024 è arrivata una novità positiva per i piccoli investitori: BTp, BoT e Buoni fruttiferi postali saranno calcolati fuori dall’Isee per importi fino a 50.000 euro. Una norma che ha scatenato molte polemiche, perché nei fatti crea una disparità di trattamento tra coloro che usufruiscono di svariati servizi pubblici sussidiati.
L’Isee è l’attestazione della situazione economica e patrimoniale, tenuto conto del numero dei componenti familiari. Con la norma varata nelle settimane scorse, chi possiede liquidità in giacenza sui conti correnti o deposito o investita in asset finanziari sarà penalizzato rispetto a coloro che hanno un piccolo capitale investito in titoli di stato e buoni fruttiferi.
BTp fuori Isee, brutta sorpresa
Tuttavia, coloro che in questi giorni stanno facendosi calcolare l’Isee da un Centro assistenza fiscale o un commercialista, stanno ricevendo qualche brutta sorpresa. Nessuno scomputo dei BTp fuori dall’Isee. Infatti, l’Inps ha avvertito nei giorni scorsi con una circolare che, allo scopo, serve prima la correzione del Dpcm 159 del 2013. Solo successivamente la norma potrà essere applicata nel concreto. Fino a quel momento, invece, gli investimenti in titoli di stato e buoni fruttiferi rimangono inclusi nel calcolo del patrimonio mobiliare.
Poiché c’è tempo solo fino al 29 febbraio per l’Isee, molte famiglie hanno già iniziato a presentare la Dichiarazione sostitutiva unica (Dsu), ipotizzando che già avrebbero usufruito dell’agevolazione prevista. Passeranno probabilmente giorni o settimane prima che ciò accada. Il rischio è che l’applicazione concreta slitti al prossimo anno. Una beffa per coloro che hanno all’attivo investimenti in titoli di stato. Certo, non saranno in tanti a percepire redditi bassi e tali da richiedere sussidi come Assegno Unico o Assegno d’inclusione e al contempo possedere investimenti per diverse decine di migliaia di euro.
Corsa ai bond indipendente dal nuovo beneficio
Ad ogni modo, questa confusione in fase di applicazione può frenare alcune famiglie dal proseguire con gli acquisti di bond sovrani. Va detto, però, che questi sono stati effettuati negli ultimi due anni in assenza di una tale previsione, emersa solo con la discussione della legge di Bilancio. Non è stato il beneficio prospettato ad attirare gli investimenti, bensì gli alti rendimenti offerti. I BTp fuori dall’Isee, però, indubbiamente risultano appetibili per coloro che posseggono una discreta liquidità in banca e che possono sottrarla dal computo delle consistenze patrimoniali, tra l’altro riuscendo a percepire anche un rendimento più alto.