Ancora lei, grande dispensatrice di consigli e soluzioni a tutti i problemi del globo. Elsa Fornero è diventata un oracolo per una parte del giornalismo italiano, che evidentemente non ha ancora ben compreso quanta disgrazia elettorale porti l’ex ministro del Lavoro alla sinistra italiana, che a tratti sembra pendere dalle sue labbra in funzione anti-salviniana prima e anti-governativa ora. E così è anche stavolta. Intervistata da La Stampa, il “tecnico” più odiato d’Italia durante la breve stagione del governo Monti ha rilanciato una delle proposte meno originali di sempre: la patrimoniale.
Fornero riscopre i giovani “choosy”
Prima di approfondire per la miliardesima volta la questione, dobbiamo prendere atto che a sinistra esiste una tradizione a dir poco masochistica. Gli italiani non vogliono che le case siano tassate, perché giustamente le ritengono il frutto dei loro sacrifici? La sinistra fa ogni campagna elettorale puntando sull’IMU anche sulle cucce dei cani. A seggi chiusi, si stupisce puntualmente dei risultati inferiori alle sue aspettative.
Ma torniamo a Fornero, colei che versò lacrime in conferenza stampa – avrebbe detto tempo dopo – pensando ai sacrifici dei suoi genitori, mentre presentava la tristemente famosa legge di riforma delle pensioni. Secondo la Professoressa in pensione, la patrimoniale sarebbe il modo migliore per combattere le crescenti disuguaglianze sociali. Esse, spiega, si hanno non solo sul piano dei redditi, ma ancora di più su quello della ricchezza. E ne fa una questione di giovani contro genitori e nonni, quasi come non sapesse che i beni faticosamente acquistati dalle vecchie generazioni finiscano in eredità a figli e nipoti.
Patrimoniale sulle case, ecco la proposta
Ed è qui che Fornero vorrebbe intervenire. Come? O stangando gli immobili in fase ereditaria o inasprendo la tassazione ordinaria sulle abitazioni, elevando l’aliquota minima. E cosa fare con quel gettito? Ridurre il carico fiscale sul lavoro.
L’ex ministro sembra dimenticare che questi famosi giovani, che ebbe modo di definire “choosy” (schizzinosi) quando stava al governo, vivono in una dimensione familiare e fortunatamente non autistica. E che se oggi non scendono in piazza a incendiare i cassonetti dell’immondizia o a spaccare le vetrine di banche e negozi come in Francia, è perché quasi sempre hanno un tetto sicuro sopra le loro teste, che lavorino o meno. E sapete perché? Perché i genitori hanno avuto la spudoratezza di comprarsi una casa e magari una seconda da mettere a reddito per far fruttare qualche risparmio e che prima o poi sarà abitata dai figli.
Italia già piena di tasse
Ma Fornero non sa o finge di non sapere che l’Italia è piena di patrimoniali, di cui qualcuna innovativa introdotta dal governo di cui fece parte. Avete capito benissimo, la patrimoniale esiste, anzi ne esistono fin troppe. Volete un esempio? Se comprate casa, che non sia la prima in cui risiedete (eh, per Fornero & compagni andrebbe tassata anche la branda su cui si dorme la notte!), ci pagate una simpatica IMU. E può pesare anche qualche migliaio di euro all’anno. Con la riforma del catasto tra qualche anno il conto in media potrà salire fino a 2-2,5 volte, perché giustamente la sinistra ha pensato bene nella scorsa legislatura di aggiornare i valori catastali senza abbassare in prospettiva le aliquote per calcolare l’imponibile.
Se, invece, decidi di mettere i soldi in banca, non solo ti tassano al 26% quella vergogna di interessi che ti offrono come un padrone anaffettivo che lancia un osso al proprio cane; no, chi paghi anche l’imposta di bollo, pari a 34 euro fissi per giacenze fino a 5.000 euro e allo 0,20% sopra tale soglia.
Patrimoniale solito tassa e spendi a sinistra
Qualsiasi cosa tu voglia fare con i tuoi soldi, finisci per pagarci una tassa. E’ proprio il concetto “forneriano” di patrimoniale onnicomprensiva, ma che evidentemente non soddisfa ancora i suoi stessi sostenitori. Perché fatta la patrimoniale, si può sempre renderla più asfissiante. Del resto, i numeri fanno gola. La ricchezza degli italiani a fine 2021 si attestava a 10.422 miliardi di euro, di cui 5.184 miliardi era investita in case. Pensate a quanti soldi entrerebbero nelle casse dello stato imponendovi un’aliquota anche solo dello 0,10%. Che poi la riscossione proporrebbe problemi di liquidità e gravi difficoltà in fase di riscossione, poco importa. Fornero e compagni posseggono la formula magica per risolvere le ingiustizie sociali: l’idea originalissima del tassa e spendi. Verrebbe da chiedersi come mai non ci abbiamo pensato prima.