Pensione invalidi, c’è chi ci riesce pure a 56 anni con 20 di contributi, ma come?

Pensione per invalidi anche a 56 anni, si chiama pensione di vecchiaia anticipata con invalidità specifica e si parte dai 56 anni di età.
10 mesi fa
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In pensione a 56 anni è una possibilità che molte lavoratrici potrebbero avere solo che non ne sono a conoscenza. Infatti esiste una misura che potrebbe fare al caso di molte ma, come dimostra una nostra lettrice, è una misura che poco si conosce. Infatti molte disabili guardano esclusivamente a quelle misure molto pubblicizzate come lo sono la quota 41 per i precoci e l’Ape sociale. Misure queste che tra i potenziali beneficiari hanno proprio gli invalidi. Per questo motivo oggi approfondiamo il campo della pensione di vecchiaia anticipata con invalidità pensionabile.

“Buonasera, sono Renata e ho sempre fatto la donna delle pulizie. A causa di una brutta caduta, ho perso l’uso della mia mano destra all’altezza dell’avambraccio. Mi hanno riconosciuta invalida all’80% ma avendo 57 anni di età appena compiuti, non posso andare in pensione nonostante ho 30 anni di contributi. Il mio Patronato mi ha fatto i conti e mi ha detto che posso prendere qualcosina come invalida civile, ma si tratta di poco più di 300 euro al mese. Ma secondo voi posso campare con una cifra così bassa? Avevo chiesto spiegazioni sull’Ape sociale che pare sia utile anche agli invalidi ma anche per chi fa la donna delle pulizie. Ma mi dicono che non ne ho diritto. Secondo voi cosa posso fare?”

Pensione invalidi, c’è chi ci riesce pure a 56 anni con 20 di contributi, ma come?

In effetti l’Ape sociale, così come la quota 41 per i precoci sono due misure di pensionamento anticipato che tra le varie categorie a cui si riferiscono, hanno gli invalidi. E bisogna essere invalidi al 74% per poter rientrare, maturando tutti gli altri requisiti, in una o nell’altra misura. L’Ape sociale per gli invalidi nel 2024 prevede il raggiungimento dei 63 anni e 5 mesi di età insieme a 30 anni di contributi versati.

La quota 41 per i precoci non ha limiti di età ma per poterla sfruttare bisogna aver raggiunto almeno 41 anni di contributi e sempre una invalidità almeno al 74%.

Di conseguenza, la nostra lettrice che è piuttosto giovane, è tagliata fuori sia dall’una che dall’altra misura.

Prestazioni per gli invalidi

Una persona invalida ha diritto sempre a un trattamento da parte dell’INPS, ma solo se l’invalidità è piuttosto grave. La pensione invalidi civili totali, oppure l’assegno mensile invalidi civili parziali, non supera i 333 euro al mese dopo l’aggiornamento al tasso di inflazione di quest’anno. Ma a condizione che il reddito del richiedente non sia superiore a 19.461,12 euro annui. Cifre piuttosto basse che saranno quelle che il Patronato a cui si è rivolta la nostra lettrice, ha segnalato.

Esiste però una misura che potrebbe essere sfruttata e che consentirebbe senza dubbio alla lettrice di prendere un assegno più cospicuo. Anche perché è basato sui contributi che ha versato. La misura si chiama pensione di vecchiaia anticipata con invalidità pensionabile.

Differenti invalidità e differenti soluzioni per la pensione di chi è invalido

Con questa misura basta arrivare all’80% di invalidità per andare in pensione già a 56 anni per le donne e a 61 anni per gli uomini. Ma l’invalidità deve essere quella specifica, a tal punto che si chiama invalidità pensionabile. La misura ha una finestra di 12 mesi e per centrarla bastano anche solo 20 anni di contributi previdenziali versati.

L’invalidità che serve non è quella civile. Infatti non deve essere la Commissione Medica ASL a certificarla, ma una apposita commissione medica INPS. L’invalidità civile, detta anche generica, riguarda la riduzione della capacità lavorativa generale di un invalido, a prescindere dalle mansioni svolte o dal lavoro svolto.

L’invalidità pensionabile, detta anche specifica, riguarda la tipologia di lavoro che svolge un lavoratore, e la successiva riduzione della capacità di continuare a svolgerlo.

Si tratta quindi di due invalidità diverse anche se possono sembrare da un lato la stessa cosa e, dall’altro, che quella specifica sia più importante di quella generica.

Finestra di 12 mesi ma età nettamente vantaggiosa

Per esempio, un parrucchiere o una donna delle pulizie che perde l’uso di una mano, potrebbe ottenere una invalidità specifica per il lavoro svolto, nettamente più alta di quella civile. Per contro, se il lavoro svolto è un lavoro dove le mani non servono, allora l’invalidità civile può essere superiore a quella specifica. Tutto dipende dalle patologie, dai certificati medici e da ciò che scrivono i medici accertatori.

Si rammenta che sulla misura c’è una finestra di 12 mesi come decorrenza della prestazione. Quindi una donna può effettivamente prendere una pensione di invalidità specifica già a 57 anni, mentre un uomo a 62 anni. E per tutti la carriera contributiva necessaria è la stessa delle pensioni di vecchiaia ordinarie.

 

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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