Si avvicina la data del 26 febbraio, giorno in cui inizierà il collocamento del terzo BTp Valore, stavolta della durata di sei anni. Pertanto, il bond retail del Tesoro arriverà a scadenza nel marzo del 2030. Sarà rivolto esclusivamente agli investitori individuali o cosiddette “famiglie”. Già venerdì 23 febbraio, comunque, saranno resi noti il codice ISIN per il periodo della sottoscrizione e il tasso delle cedole minime offerte. Queste potranno essere riviste al termine del collocamento, ma solamente al rialzo.
Spread giù, rendimenti ancora alti
Man mano che si avvicina il collocamento del BTp Valore, le condizioni di mercato appaiono più favorevoli alle famiglie.
Premio fedeltà alla scadenza
Spread basso e rendimenti ancora alti sono un mix interessante. Segnano alle famiglie che il BTp Valore in collocamento tra una decina di giorni presenti un rischio di credito teoricamente basso e, purtuttavia, offra una remunerazione interessante. Cerchiamo di capire quali possano essere. Sappiamo che alla scadenza sarà erogato un premio fedeltà dello 0,7% per i sottoscrittori che avranno mantenuto il bond fino a quel giorno in portafoglio.
Sappiamo anche che il BTp con scadenza nel mese di febbraio del 2029 offre in questi giorni il 3,30% lordo annuale. Possiamo anche supporre, in base a quanto accaduto con le precedenti emissioni retail, che il Tesoro decida di offrire un premio nell’ordine di una ventina di punti base (0,20%) o anche più in fase di collocamento del BTp Valore. In altre parole, offrirebbe un rendimento medio annuo in area 3,50%.
Collocamento BTp Valore, ecco le possibili cedole
Prendendo per buono questo dato, dobbiamo anche ricordare che il titolo prevede una cedola per i primi tre anni e un’altra più alta per gli ultimi tre anni.
Al netto della ritenuta fiscale del 12,50%, la cedola annua si attesterebbe così a circa il 2,84% per i primi tre anni e al 3,28% successivamente. Sarà in grado un’offerta simile di attirare ordini paragonabili alle prime due emissioni del 2023? Il terzo collocamento del BTp Valore probabilmente non raggiungerà quei livelli di richieste, complessivamente pari a 35,5 miliardi. In ogni caso, la domanda dovrebbe mostrarsi tonica per le ragioni sopra indicate e per l’assenza di alternative di pari grado di rischio e altrettanto redditizie.