Un confronto che non lascia dubbi riguardo alla convenienza della quota 103 del 2024 rispetto alla quota 103 del 2023 è quello relativo agli importi della pensione. Questo è quello che esce fuori dopo l’entrata in vigore della legge di Bilancio. La pensione anticipata a 62 anni di età con 41 anni di contributi versati nel 2023 era nettamente migliore rispetto a quella del 2024.
I lavoratori che usciranno con questa misura nel 2024 prenderanno una pensione inferiore rispetto a chi lo ha fatto nel 2023. Ma solo a condizione che i requisiti previsti vengano completati nel 2024 così come hanno fatto i già pensionati entro il 31 dicembre 2023.
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Ecco la soluzione che ti salva la pensione, basta sfruttare bene le regole
Ci sono delle situazioni che possono venire incontro ai lavoratori, evitando loro la forte penalizzazione di assegno che la nuova versione di quota 103 prevede.
“Buonasera, sono un lavoratore che non aspettava altro di arrivare a 41 anni di contributi. A dire il vero sognavo la quota 41 per tutti. Una misura che non è stata fatta però. Avendo 64 anni di età compiuti il 30 gennaio, e arrivando a 41 anni di contributi a fine aprile, anche la quota 103 mi calza a pennello. Però adesso scopro che se accetto questa pensione mi tagliano gran parte dell’assegno. Almeno da quanto ho capito perdo oltre il 30% della pensione. Volevo andare in pensione ma credo che lascerò perdere a questo punto.
Mi sento molto deluso, perché se lasciavano la quota 103 come lo scorso anno sarei andato di corsa in pensione, così però non mi conviene più. A questo punto risparmio riscattando i miei periodi di studio universitario arrivando alla soglia dei 42 anni e 10 mesi e vado in pensione con le anticipate normali e non con queste nuove misure che come vedo, nascondono sempre delle autentiche trappole per noi lavoratori. Non lo trovo giusto.”
Tutto è peggiorato dopo la legge di Bilancio 2024, anche la quota 103
Il quesito sfogo del nostro lettore è eloquente nel dimostrare che dietro la legge di Bilancio 2024 c’era molta attesa per quanto concerne le pensioni e i requisiti di accesso alle pensioni.
La quota 103 fu introdotta dalla legge di Bilancio del 2023 in sostituzione della precedente quota 102. Quest’ultima misura infatti durò soltanto 12 mesi e a sua volta aveva preso il posto della quota 100 per cui la sperimentazione è durata dal 2019 al 2021. Già lo scorso anno quindi per la pensione dei quotisti molto cambiò dal momento che anziché uscire dal lavoro con 64 anni di età e 38 anni di contributi come la quota 102 prevedeva, si passò alla quota 103. L’età scese di 2 anni, passando da 64 a 62. I contributi necessari però passarono da 38 anni a 41 anni.
Breve storia delle pensioni per quotisti
Il passaggio da quota 102 a quota 103 nel 2023 ha inasprito i requisiti, perché la carriera contributiva per fare domanda di pensione è diventata davvero molto lunga. La misura rispetto a quota 102 però, rimase con alcune limitazioni in più, ma che potremmo definire sopportabili. Infatti rimase l’obbligo di incumulabilità della pensione con il lavoro. Solo per il lavoro autonomo occasionale fino a 5.000 euro di reddito annuo veniva data la possibilità di arrotondare la pensione. Inoltre, l’importo massimo della prestazione non doveva superare 5 volte il trattamento minimo INPS vigente nell’anno del pensionamento.
Nel 2023 invece ecco comparire il ricalcolo contributivo della prestazione. E in questo caso la novità non è propriamente sopportabile. Come ci dimostra lo sfogo del nostro lettore.
Come funziona la cristallizzazione del diritto per la pensione con quota 103
Prima di abbandonare tutte le speranze però, meglio valutare il da farsi. Il nostro lettore non volendo ci permette di parlare di un caso assai particolare ma che crediamo molto diffuso. Infatti un lavoratore che nel 2023 ha già completato i suoi 62 anni, per accedere alla quota 103 versione 2023, dovrebbe vedere come fare per completare i contributi alla stessa data. E come detto, bisogna arrivare a 41 anni. Se per l’età non esistono soluzioni per chi non è riuscito ad arrivare ai 62 anni entro la fine del 2023, per i contributi alcune strade esistono.
Il nostro lettore per esempio, dovrebbe essersi laureato. Lo ipotizziamo perché fa riferimento al riscatto della laurea per arrivare ai 42 anni e 10 mesi per la pensione anticipata ordinaria. Ma il nostro lettore potrebbe usare questo riscatto anche per arrivare a 41 anni di contributi e andare in pensione con quota 103.
Anche perché essendo precedenti il 2024 questi eventuali contributi da riscatto, permetterebbero al nostro lettore di arrivare a completare i 41 anni entro la fine del 2023. Ricadendo nella vecchia versione di quota 103, senza l’obbligo di prendere una pensione calcolata con il metodo contributivo. Riscattando magari solo pochi mesi e non oltre 2 anni come invece dovrebbe fare secondo il suo piano alternativo che guarda alla pensione anticipata ordinaria al posto della pensione con quota 103.
Studiare bene la propria situazione può salvare da scelte avventate e premature
Il riscatto della laurea è oneroso. E ricadendo nel sistema retributivo il suo periodo di studio, non potrà nemmeno godere del riscatto agevolato. Quindi, riscattare 24 mesi o più di contributi avrebbe un costo rilevante. Che si abbasserebbe drasticamente se il riscatto riguardasse giusto quei mesi che mancano a fargli completare i 41 anni di contributi al 31 dicembre 2023.
Magari nella medesima situazione possono venire a trovarsi anche quanti hanno svolto il servizio militare e non lo hanno mai riscattato. In questo caso non ci sarebbe da spendere nulla visto che il servizio militare ha contribuzione figurativa riscattabile gratuitamente.
In parole povere, prima di abbandonare l’idea della pensione con quota 103 meglio verificare se non ci sono vuoti contributivi che si possono sfruttare riempiendoli. Così da sfruttare la cristallizzazione del diritto alla quota 103 2023, senza incappare negli inasprimenti pesanti del 2024.