Chi ha lavorato all’estero e in Italia ha diritto a ottenere la pensione nei rispettivi Paesi. Laddove esiste un regime di convenzione internazionale fra l’Italia e gli altri Stati si possono totalizzare i contributi versati ai fini del diritto ai rispettivi trattamenti. In ogni caso ogni giurisdizione liquida la pensione pro quota. Dove non ci sono trattati, invece, la totalizzazione dei contributi non è prevista.
Ci si chiede, però, se le due pensioni così ottenute, sia in regime di convenzione internazionale, sia senza, sono soggette a tagli o riduzioni.
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Come funziona la pensione tedesca
Ci scrive un lavoratore che ha lavorato tanti anni a Stoccarda e poi è rientrato in Italia. “Buongiorno, vorrei sapere come funziona la pensione tedesca e se un domani avrò diritto a riceverla insieme a quella italiana e sono soggette a tagli o riduzioni. Da 12 anni son rientrato a lavorare nel Bel Paese e ora i contributi li sto versando all’Inps”.
Ebbene, bisogna sapere che nulla è perso per quanto riguarda il lavoro pestato all’estero e i contributi versati. Anche in Germania, al pari dell’Italia, esiste un requisito minimo contributivo per maturare il diritto alla pensione (Deutsche Rentenverischerung). A seconda del tipo di prestazione, il periodo minimo di contribuzione varia da 5 a 20, 25, 35 o 45 anni.
Generalmente servono 35 anni di contributi per ottenere la pensione di vecchiaia. Questo limite generale riguarda la maggior parte dei lavoratori e i grandi invalidi e può essere fatto valere in abbinamento al requisito anagrafico. In alternativa si può uscire con 45 anni di contributi indipendentemente dall’età.
L’età pensionabile in Germania è di 65 anni per i nati fino al 1947, mentre sale fino a 67 anni per coloro che sono nati dopo in ragione di due mesi ogni anno in più sulla carta d’identità. Il requisito contributivo minimo, però, varia in base a determinate condizioni soggettive (perdita della capacità lavorativa, lavoro usurante, invalidità, ecc.).
Il grafico sottostante mostra l’evoluzione dell’età pensionabile in Germania per gli anni di nascita specificati. Dal 1946, l’età pensionabile era fissata a 65 anni. Per chi è nato dopo il 1964, l’età pensionabile inizia ad aumentare dal 2012, stabilizzandosi a 67 anni per tutti a partire dal 2029. Questo grafico illustra chiaramente la progressione e i cambiamenti nell’età pensionabile secondo le diverse coorti di nascita.
La pensione Italia e tedesca insieme
Una volta conseguito il diritto alla pensione nei rispetti Stati, si può presentare domanda alla rispettiva cassa previdenziale. In Italia è l’Inps che si occupa delle pensioni in regime di convenzione internazionale. Da noi si possono totalizzare i contributi versati in Germania una volta raggiunta l’età dei 66 anni di età. La pensione è calcolata col sistema contributivo e i versamenti fatti in Italia e Germania si sommano ai fini del diritto.
L’importo è però solo quello calcolato sui contributi versati in Italia e non anche in Germania. Sarà circa del lavoratore fare la stessa richiesta alla Deutsche Rentenverischerung per ottenere la prestazione con le stesse regole valide per la totalizzazione in Italia. In Germania l’importo della pensione pro quota è calcolato con il sistema contributivo.
Le pensioni erogate con meno di 35 anni di contributi sono considerate generalmente anticipate. Da sapere che il sistema pensionistico tedesco premia chi lavora di più. In ogni caso, le due pensioni si possono cumulare interamente e non vi sono riduzioni o tagli.
Riassumendo…
- La pensione italiana e tedesca possono essere ottenute insieme in regime di convenzione internazionale
- I rispettivi trattamenti sono liquidato con il sistema della totalizzazione dei contributi.
- L’importo della pensione è calcolato con il sistema contributivo per entrambe le giurisdizioni.