Arriva oggi a scadenza il primo e sinora unico bond emesso dalla Juventus (ISIN: XS1915596222). La società bianconera rimborserà agli obbligazionisti 175 milioni di euro a titolo di capitale e altri 5,9 milioni sotto forma di ultima cedola annuale maturata. Pochi giorni fa, il titolo prezzava a 99,90 centesimi sul mercato secondario. L’emissione risale a cinque anni fa e fu un indubbio successo, anche d’immagine, per il club sportivo. Il tasso di interesse offerto apparve relativamente assai basso, se considerato che la Juventus era e resta sprovvista di rating e che società rivali come Inter e Roma si erano finanziati sul mercati a tassi ben maggiori.
Bond Juventus legato a CR7
Al debutto, fu ribattezzato “bond CR7“, data la coincidenza affatto casuale con l’arrivo in rosa dell’attaccante portoghese. Si speculò che l’operazione servisse a pagare il maxi-pagamento al Real Madrid, allora superiore ai 100 milioni. La società, tuttavia, smentì subito tale nesso. Il bond Juventus ha chiaramente avuto alti e bassi in questi cinque anni di vita. Esso ha risentito certamente delle condizioni di mercato, oltre che dell’andamento specifico della situazione finanziaria dell’emittente. L’apice per la quotazione si ebbe nell’ottobre del 2019 sopra 104, mentre il minimo fu toccato nel marzo del 2020 a poco più di 93 centesimi.
Quanto ha reso il bond Juventus a chi lo acquistò in fase di emissione? Considerata la cedola nominale annua lorda del 3,375%, il rendimento netto è stato di circa il 12,50%. Ma dobbiamo considerare anche l’inflazione, una variabile a cui in pochi facevano attenzione fino a qualche anno fa e che, invece, è rispuntata drammaticamente dalla fine del 2021, scombinando i piani degli investitori. Dall’emissione, i prezzi al consumo in Italia sono cresciuti del 16,5%.
Rimborso senza nuove emissioni
Chiaramente, situazione diversa si avrebbe nel caso in cui il bond Juventus fosse stato acquistato sotto o sopra la pari. Ad esempio, chi lo inserì in portafoglio ai prezzi minimi di quasi quattro anni addietro, può vantare un rendimento netto reale minimamente positivo. Il rimborso avverrà utilizzando linee bancarie preesistenti e nuove, la cessione di crediti pro soluto e linee di factoring in relazione alla cessione pro-solvendo di crediti futuri aventi ad oggetto diritti audiovisivi.
In pratica, il bond Juventus non sarà rimpiazzato da uno nuovo. Una situazione ben diversa dall’Inter, che ad inizio 2022 procedette all’emissione di una nuova obbligazione per pagarne una in scadenza. Il costo fu salato, con la cedola fissata al 6,75%. E il club, presieduto da Gianluca Ferrero dopo le dimissioni di Andrea Agnelli nell’autunno di due anni fa, ha evidentemente ritenuto conveniente non affidarsi al mercato per reperire le risorse con cui rimborsare il bond da 175 milioni. Avrebbe pagato verosimilmente di più di quanto non gli costano i prestiti delle banche, con le quali esiste un rapporto fiduciario.
Bilanci Juventus un disastro
I conti bianconeri sono diventati un incubo negli ultimi anni. Dall’emissione del bond Juventus ci sono stati tre aumenti di capitale, di cui l’ultimo in corso, per complessivi 900 milioni. E il primo semestre di questa stagione si è concluso con perdite più che triplicate a 95 milioni, a causa dell’esclusione dalle coppe europee. Il bilancio al 30 giugno scorso si era chiuso con un rosso di 123,7 milioni e la società si aspetta che quest’anno risulterà persino maggiore. Numeri da far venire i brividi e che spiegano perfettamente la volontà di non ricorrere per il momento a nuove emissioni obbligazionarie.