In forte rialzo anche oggi Bitcoin, che mentre scriviamo sale sopra 65.000 dollari e si porta sempre più vicino ai massimi storici toccati nel novembre del 2021 a 69.000 dollari. Un altro 5% e la “criptovaluta” più popolare al mondo segnerà un nuovo record. Da inizio anno, il guadagno supera il 47%. C’è grande ottimismo attorno a questo asset dopo che diversi fondi Etf sono stati autorizzati a gennaio dalla Securities and Exchange Commission ad operare sul mercato degli Stati Uniti. Il via libera ha agevolato gli investimenti e allo stesso tempo quasi ufficializzato il riconoscimento delle monete digitali da parte delle autorità finanziarie della prima economia mondiale.
Intero mercato delle criptovalute su
Ma non è solo Bitcoin ad approfittare del boom, salendo a una capitalizzazione di quasi 1.300 miliardi di dollari. L’intero mercato delle criptovalute si porta sopra i 2.400 miliardi di dollari. Pensate che Shiba Inu, che negli anni passati si è fatto una fama per via dei suoi rialzi esplosivi, solamente nell’ultima settimana ha segnato una crescita del 180%, portandosi ad un controvalore complessivo di 16 miliardi.
Gli Etf in Bitcoin adesso posseggono quasi il 4% di tutti gli asset in circolazione. Venerdì scorso, i dati dicevano di 776.464 Bitcoin su un totale in circolazione di 19,64 milioni. E gli afflussi stanno dirigendosi per la stragrande maggioranza verso due fondi: iShares Bitcoin Trust di BlackRock e Wise Origin Bitcoin Fund di Fidelity Investments. Insieme, hanno attratto dal via libera di gennaio il 79% degli investimenti nei cosiddetti “Newborn Nine”, il nome con cui sono definiti gli Etf che stanno investendo nella criptovaluta.
Clima “bullish” con “halving” in vista
Per la prima volta in oltre due anni, quasi il 97% dei portafogli Bitcoin sono in verde, cioè stanno guadagnando grazie ai rialzi. Solamente lo 0,37% deve ancora recuperare le perdite. E 13,6 milioni di Bitcoin risultano essere stati già detenuti per almeno un anno, una percentuale che la dice lunga sull’appeal che questo asset sta riscuotendo tra i possessori, tutt’altro che intenti a disfarsene.
In effetti, le posizioni corte o ribassiste stanno riducendosi a vantaggio delle posizioni lunghe o rialziste. Al momento, le prime sono scese al 47,63% del totale. Erano al 52,52% all’alba di ieri. Ne sono state liquidate per 38,52 milioni in appena 24 ore. Si registra, quindi, un forte riposizionamento a favore degli acquisti, in considerazione delle prospettive positive che si avrebbero nelle prossime settimane anche grazie all’“halving“ del prossimo 19 aprile. In quella data, il ritmo con cui i Bitcoin saranno rilasciati in circolazione si dimezzerà ancora. Accade ogni quattro anni e l’evento ha sinora sempre portato a un balzo delle quotazioni nei mesi successivi.
Bitcoin, i rischi non mancano
Ovviamente, i rischi non mancano. La ripresa di Bitcoin ha coinciso con le attese del mercato per un allentamento della politica monetaria globale. Viceversa, il crollo era arrivato con le avvisaglie dei primi aumenti dei tassi di interesse. Questo, perché gli investimenti in asset a rischio, o perlomeno percepiti tale come le criptovalute, si giovano di un ambiente di bassi tassi. I dati macroeconomici negli Stati Uniti sembrano allontanare lo scenario di un taglio dei tassi imminente. E se l’annunciata estensione del taglio dell’offerta di petrolio da parte dell’Opec dovesse reflazionare le economie importatrici, per le banche centrali diverrebbe sempre più complicato ridurre il costo del denaro.
L’inflazione sopra i target terrebbe elevati i rendimenti obbligazionari, i quali rappresentano un concorrente dei Bitcoin, tipico asset senza cedola. Certo, tra Sec, “halving” e adozione crescente sul mercato il clima verso le criptovalute è cambiato drasticamente in meglio. Tuttavia, occhio sempre al rischio bolla.