Cambiano i costi dei bonifici bonus casa. Come canta Niccolò Fabi con il brano Il negozio di antiquariato: “Non si può entrare in un negozio e poi lamentarsi che tutto abbia un prezzo. Se la vita è un’asta sempre aperta, anche i pensieri saranno in offerta”. La maggior parte dei beni e servizi di nostro interesse richiedono un esborso economico non indifferente. Lo sanno bene tutti coloro che desiderano acquistare o ristrutturare la propria casa.
Operazioni all’apparenza semplici, che nella realtà dei fatti non lo sono.
Bonifici bonus casa: cambiano i costi
Una delle ultime novità, ad esempio, è stata introdotta dall’articolo 1, comma 88, delle Legge numero 213 del 30 dicembre 2023. Entrando nei dettagli, così come riportato in Gazzetta Ufficiale:
“All’articolo 25 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78,convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, le parole: ‘del 8 per cento’ sono sostituite dalle seguenti: ‘dell’11 per cento’. La disposizione di cui al presente comma si applica a decorrere dal 1° marzo 2024“.
A partire da tale data, quindi, aumenta dall’8% all’11% la ritenuta sui bonifici parlanti, ovvero quelli richiesti per usufruire delle varie agevolazioni fiscali.
Agevolazioni edilizie colpite dall’aumento della ritenuta
Diversi sono i bonus edilizi colpiti dall’aumento della ritenuta sui cosiddetti bonifici parlanti. Tra questi si annoverano il Superbonus, l’Ecobonus e il Sismabonus. Ma non solo, anche il bonus ristrutturazione e il bonus barriere architettoniche al 75%.
Una novità che avrà un impatto immediato sulle imprese, che dovranno fare i conti una diminuzione della liquidità. Banche e Poste, infatti, applicheranno a titolo di acconto Irpef una maggior trattenuta sui bonifici ricevuti dalle imprese.
Le imprese aumenteranno i costi a carico dei clienti?
La ritenuta, ricordiamo, viene calcolata in modo automatico dalle stesse banche. Ne consegue che il 3% dei bonifici non finisce più nelle disponibilità delle aziende. Una situazione che potrebbe divenire causa di ripercussioni non indifferenti sull’andamento stesso del cantiere. Questo perché, ad esempio, le imprese potrebbero registrare delle difficoltà nel pagare tutti i fornitori. Se tutto questo non bastasse, molte imprese non hanno una capienza fiscale sufficiente per poter beneficiare dei crediti in compensazione. Coloro che svolgono un numero limitato di operazioni, pertanto, rischiano di dover fare i conti con l’ennesimo blocco dei crediti.
Un contesto particolarmente complesso, in cui si fa largo un’ipotesi che potrebbe far storcere il naso a tutti coloro che desiderano svolgere dei lavori in casa. Ovvero si ipotizza che le aziende possano decidere di applicare un aumento ai loro clienti, in modo tale da ottenere nell’immediato una maggiore liquidità. Si tratta comunque, è bene sottolineare, solo di ipotesi. Non resta che attendere le prossime settimane per vedere quali saranno le mosse degli addetti ai lavori e se effettivamente decideranno di riversare sui clienti gli aumenti di tale trattenute oppure no.