Per chi ha intenzione di integrare la propria pensione al termine della carriera lavorativa non c’è solo la strada proposta dai fondi. Il mercato offre molte opportunità per investire i propri soldi del Tfr accantonato in azienda. Purtroppo, però, negli ultimi vent’anni si è consolidata l’idea che l’unica strada possibile per farsi una pensione integrativa sia quella di aderire a un fondo pensione.
Si tratta di una visione univoca, distorta del panorama previdenziale che si vuole a tutti i costi privatizzare con la scusa che il sistema pensionistico italiano non funziona.
Previdenza integrativa e fondi pensione
Ma torniamo al punto di partenza. Molti lettori ci scrivono chiedendo se sia meglio aderire al fondo pensione negoziale dell’azienda di appartenenza o tenersi stretto il Tfr. Ed eventualmente come fare per affrontare il problema di una rendita integrativa quando si andrà in pensione. Le pressioni da parte dei sindacati e dei gestori in questo senso si fanno sempre più intense.
Ebbene, non entriamo nel merito dei rendimenti offerti dai fondi pensione piuttosto che dal Tfr, ma analizziamo bene il problema di base. Destinare i propri risparmi a forme di risparmio gestito, che siano fondi di investimento, fondi pensioni, gestioni patrimoniali, significa non avere più la disponibilità dei propri soldi per molto tempo. Senza sapere come vengono gestiti o i costi di gestione perché manca la benché minima trasparenza.
I fondi pensione, in questo senso, sono uno strumento ideale per i gestori del denaro. Possono disporre di un flusso garantito di soldi derivanti dalla cessione del Tfr fino al giorno del pensionamento del lavoratore.
Meglio un BTP Valore per farsi una pensione integrativa
Detto questo cosa è meglio per un lavoratore che ambisce a integrare la propria pensione con una rendita privata? La soluzione sta nei titoli di Stato. Col ritorno dell’inflazione i Btp a dieci anni offrono oggi un tasso d’interesse intorno al 3,56. Meglio ancora sono i Btp Valore o i Ccteu che – come dice Beppe Scienza nel suo recente libro “Il risparmio tradito” sono lo strumento ideale contro l’inflazione. L’ultima emissione del Btp Valore ha scadenza nel 2030 e garantisce tassi annui pagati trimestralmente secondo una progressione crescente. Per i primi 3 anni vi sarà un tasso pari al 3,25% e per i successivi 3 anni un tasso pari al 4%.
Chi ha maturato un Tfr da 100 mila euro o lo raggiungerà in previsione, ad esempio, al momento della liquidazione potrebbe benissimo acquistare questo titolo di Stato per garantirsi una rendita aggiuntiva media di 3.625 euro all’anno fino al 2030. A scadenza, il Btp Valore sarà rimborsato e il capitale tornerà nelle tasche del legittimo proprietario che avrà la possibilità di rinnovare l’investimento. Così come potrebbe vendere in anticipo in tutto o in parte i titoli in caso di bisogno.
Viceversa, se chi ha aderito ai fondi pensione opta per la rendita alla fine del piano di accumulo perderà il pieno possesso del capitale. Godrà solo della rendita periodica dalla data di pensionamento fino alla morte.
Riassumendo…
- Per farsi una pensione integrativa non c’è solo la strada dei fondi pensione.
- Investendo il proprio Tfr in titoli di Stato si ottiene una rendita periodi e garantita.
- Il Btp Valore è uno strumento ideale per difendersi contro l’inflazione e integrare la pensione.