Bond del Belgio 2071 con cedola 0,65%, ha senso inserire in portafoglio un titolo così?

Il Belgio emise nel 2021 un bond a 50 anni con una cedola molto bassa. Analizziamone il trend per capire il senso di un eventuale investimento.
8 mesi fa
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Bond Belgio 2071
Bond Belgio 2071 © Licenza Creative Commons

Taglio dei tassi a giugno sì, taglio dei tassi a giugno no. Mentre si avvicina il prossimo appuntamento di politica monetaria alla Banca Centrale Europea (BCE), il mercato si sta facendo una sua idea su cosa accadrà. Verosimile che il costo del denaro sarà abbassato tra due mesi, anche se la discesa successiva non sarà rapida. I titoli lunghi restano in agghiaccio, inchiodati da mesi intorno agli stessi prezzi. Ne dà esempio il bond del Belgio in scadenza il 22 giugno del 2071 (ISIN: BE0000353624).

L’emissione risale agli inizi del 2021, quando le condizioni monetarie erano ben più espansive di oggi. Anzi, erano all’apice della portata espansiva, se considerate che in quella fase i rendimenti nell’Eurozona erano scesi ai minimi storici.

Quotazione a picco con l’aumento dei tassi

Non stupisce, quindi, che Bruxelles abbia non solo voluto emettere un’obbligazione a 50 anni, ma che si sia potuta permettere di fissare una cedola lorda annuale di appena lo 0,65%. Un’altra era. Come potete capire, questo bond del Belgio ultra-lungo ha accusato un tracollo di prezzo verticale con l’aumento dei tassi. In effetti, nell’ottobre scorso la quotazione sprofondava al minimo storico sotto i 33 centesimi. Adesso, si acquista sul secondario per circa 42 centesimi, anche se a dicembre aveva toccato i 48 centesimi.

Tra i minimi e i massimi recenti, quindi, il bond del Belgio a 50 anni aveva reso qualcosa come il 46% lordo, inclusa la cedola maturata nel periodo. La cedola effettiva lorda al momento risulta dell’1,53%. Essa è data dal rapporto tra il tasso annuale offerto dal titolo e la quotazione a cui si compra. Fin troppo poco, anche in un contesto di inflazione in calo. Viene da chiedersi quale possa essere il senso di un investimento in un asset del genere. I rating sono alti: AA per S&P, AA- per Fitch e Aa3 per Moody’s.

Il rischio di credito è considerato assai basso.

Qualità alta, ma rendimenti bassi

Il Belgio ha un debito pubblico intorno al 104% del Pil e, soprattutto, una storia di elevato indebitamento negli ultimi decenni. Agli inizi degli anni Novanta, superò il 130% per scendere a un minimo dell’87% nel 2007 e risalire negli anni successivi. A differenza dell’Italia, però, il paese ha dimostrato di saper ridurre il rapporto tra debito e Pil in tempi di crescita. I bond del Belgio alzano, quindi, la qualità del portafoglio d’investimenti. D’altra parte, offrono poco, senz’altro meno dei BTp.

In tempi di inflazione alta, le cedole effettive richieste dal mercato tendono ad essere anch’esse elevate. Se mi accontento dell’1,50% lordo all’anno con un’inflazione attualmente al 3,2% in Belgio, significa che i pagamenti ricevuti non compenseranno la perdita del potere di acquisto. Perlomeno, nella prima fase. Se le previsioni a medio-lungo termine fossero contenute, l’investimento avrebbe senso, pur a fronte di un sacrificio iniziale. Tuttavia, non è un mistero che titoli lunghi come il bond del Belgio a 50 anni si acquistino non per portarli a scadenza, bensì per rivenderli a prezzi più alti prima.

Bond Belgio per puntare sul taglio dei tassi BCE

Pensate ad un fatto. Se il rendimento scendesse dal 2,90% di oggi all’1,90%, la quotazione salirebbe nei pressi dei 57 centesimi, balzando del 35% da oggi. Data l’alta “duration, in effetti, anche piccoli movimenti in termini di rendimento possono provocare grosse variazioni nei prezzi. Per questo i titoli lunghi, cioè con durata residua alta e cedole tendenzialmente basse, sono da prendere in considerazione anche in tempi di inflazione non bassa, purché vi sia la prospettiva di un allentamento monetario. Il rendimento per l’investitore arriverebbe proprio dai movimenti del mercato, non certo dal tasso cedolare.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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