Nell’odierno panorama lavorativo, caratterizzato da una crescente competizione per attrarre e trattenere i talenti migliori, i fringe benefit emergono come strumenti strategici di fidelizzazione e motivazione del personale.
Questi benefici, che vanno ben oltre il tradizionale stipendio, si stanno affermando come pilastri fondamentali delle politiche di welfare aziendale in Italia. Fornendo ai dipendenti servizi e vantaggi quali auto aziendale, buoni pasto, assicurazioni sanitarie e contributi pensionistici integrativi, le imprese non solo elevano il benessere dei propri lavoratori ma ne migliorano anche la produttività e la soddisfazione lavorativa.
Tali misure, infatti, rispondono all’esigenza di un equilibrio sempre più ricercato tra vita professionale e personale, promuovendo un ambiente di lavoro positivo e stimolante. Nello scenario economico attuale, in cui l’innovazione e la capacità di adattamento giocano ruoli chiave, i fringe benefit si configurano come uno degli strumenti più efficaci per costruire un’offerta lavorativa attraente, in grado di differenziare le aziende nel mercato del lavoro.
Cosa sono
I fringe benefit, noti anche come benefici marginali o benefit aziendali in Italia, sono forme di remunerazione supplementare fornite dai datori di lavoro ai propri dipendenti oltre al normale salario.
Questi benefit possono avere varie forme e scopi, e sono destinati a migliorare il benessere dei dipendenti, a incentivare e fidelizzare il personale.
Sono considerati parte del pacchetto retributivo e possono avere implicazioni fiscali sia per il datore di lavoro che per il dipendente, a seconda del tipo di beneficio e del modo in cui viene erogato. In Italia, la normativa fiscale sui fringe benefit è piuttosto dettagliata e stabilisce limiti e condizioni per la loro detraibilità e tassabilità.
Da punto di vista fiscale, concorrono a formare, comunque, il reddito da lavoro dipendente. Come tali, pertanto sono assoggetti ad IRPEF. Allo stesso tempo, il legislatore prevede una soglia di esenzione. Tale soglia di esenzione è quella prevista dal citato comma 3 art.
Fringe benefit, l’elenco top 10
La storia fiscale dei fringe benefit, tuttavia, è stata interessata, dal 2020 ad oggi, da un innalzamento della predetta soglia di esenzione. Volendo giungere agli ultimi due anni d’imposta, ecco quindi che:
- per il periodo d’imposta 2023 (art. 40 decreto-legge n. 48/2023), la soglia di esenzione fringe benefit è stata innalzata a 3.000 euro in ipotesi di figli a carico e mantenuta a 258,23 euro in assenza di figli a carico;
- per i fringe benefit erogati nel 2024, la legge di bilancio 2024, ha stabilito la soglia di esenzione a 2.000 euro in caso di figli a carico e a 1.000 euro in assenza di figli a carico.
Volendo fornire un elenco esemplificativo (e non esaustivo) dei beni e servizi che possono considerarsi fringe benefit e, quindi, godere della predetta soglia di esenzione, vi rientrano:
- polizze sanitarie private o assicurazioni sulla vita, che si aggiungono ai servizi offerti dal sistema sanitario nazionale;
- buoni benzina e altri voucher;
- contributi pensionistici integrativi, ossia contributi a fondi pensione complementari per aumentare la pensione futura del lavoratore;
- finanziamento o rimborso per corsi di formazione professionale o istruzione superiore;
- copertura delle spese per telefoni cellulari o abbonamenti Internet;
- auto aziendale fornita per uso misto (lavorativo e privato) o esclusivamente per quello lavorativo;
- rimborsi per utenze domestiche (acqua, luce, gas, ecc.);
- contributo spese per affitto;
- contributo per interessi mutuo abitazione principale;
- il c.d. pacco di Natale.
Riassumendo…
- i fringe benefit costituiscono remunerazione supplementare fornite dai datori di lavoro ai propri dipendenti oltre al normale salario
- sono esenti da imposizione fiscale fino a una certa soglia
- la soglia di esenzione è stata oggetto di modifiche nel corso degli anni
- per i fringe benefit erogati nel 2024 la soglia di esenzione è fissata a 2.000 euro in caso di figli a carico e a 1.000 euro in assenza di figli a carico
- sono esempio di fringe benefit, l’auto aziendale, i contributi per utenze domestiche, il contributo per l’affitto di casa, le polizze sanitarie, ecc.