Anche se alcune misure non sono più in vigore, molti lavoratori possono ancora sfruttarle per anticipare l’uscita dal mondo del lavoro e andare in pensione. Attualmente, in Italia, le opzioni pensionistiche disponibili superano quelle generalmente note dai contribuenti. Infatti, alle misure attive nel 2024, si aggiungono numerose altre ormai cessate, ma sulle quali molti lavoratori possono ancora esercitare il loro diritto maturato.
Esistono misure che, se i requisiti sono stati completati in tempo utile, possono essere utilizzate anche nel 2024, nonostante siano state cessate, modificate o corrette.
“Gentili esperti, sono un lavoratore dipendente che vorrebbe capire quale sia la via migliore per andare in pensione nel 2024, dal momento che raggiungerò i 65 anni di età a maggio. Pertanto, sto cercando di capire come poter accedere alla pensione con 41 anni di contributi versati. So che la quota 103 può risultare penalizzante, ma credo di avere il diritto, per età, di poter ancora accedere alla quota 100. Potete confermare che, nelle mie condizioni, posso effettivamente sfruttare quella vecchia misura? Vi informo che a febbraio 2024 avrò completato 41 anni di contributi versati e, come detto, presto raggiungerò i 65 anni di età, quindi potrei sfruttare entrambe le misure da me indicate. Naturalmente, preferirei optare per quella più vecchia, ovvero la quota 100. Chiedo solo una vostra conferma.”
Le misure pensionistiche attive oggi
Sono numerose le misure di pensionamento attualmente attive e confermate dall’INPS. Tuttavia, molte altre restano sfruttabili anche se non fanno più parte delle misure attive. Al momento, le due misure fondamentali sono:
- Pensione di vecchiaia: accessibile a 67 anni di età e con 20 anni di contributi;
- Pensione anticipata: richiede 42,10 anni di contributi per gli uomini e 41,10 per le donne.
A queste si aggiungono diverse altre opzioni, tra cui:
- Pensione anticipata contributiva: necessita di 64 anni di età, 20 anni di contributi e un primo versamento successivo al 1995;
- Pensione di vecchiaia anticipata per invalidità: richiede 56 anni di età per le donne, 61 per gli uomini, 20 anni di contributi e un grado di invalidità almeno dell’80%;
- Ape sociale: per chi ha 63,5 anni di età e 30 o 36 anni di contributi, appartenendo a categorie quali caregiver, invalidi, lavoratori gravosi o disoccupati;
- Quota 41 per lavoratori precoci: necessita di 41 anni di contributi, di cui uno prima dei 19 anni di età;
- Scivolo per lavoratori usuranti: accessibile a 61,7 anni di età con 35 anni di contributi;
- Quota 103: richiede almeno 62 anni di età e 41 anni di contributi;
- Opzione donna: per lavoratrici con 35 anni di contributi e 59, 60 o 61 anni di età, a seconda dei figli avuti.
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Sebbene le misure menzionate siano quelle attualmente in vigore, i lavoratori possono ancora sfruttare vecchie misure ormai cessate, purché abbiano completato i requisiti mentre queste erano attive.
Ecco come sfruttare vecchie misure oggi per andare in pensione a 65 anni
Il nostro lettore ha la possibilità di accedere alla pensione di Quota 100, avendo completato i requisiti di età e contributi necessari prima della sua cessazione. La Quota 100, che ha terminato di essere attiva il 1° gennaio 2022, può ancora essere sfruttata da coloro che hanno maturato il diritto all’uscita prima della sua sostituzione con le quote successive. Questo vale anche per le vecchie versioni dell’Opzione Donna. Che, nonostante le penalizzazioni introdotte nelle versioni più recenti, offre condizioni più favorevoli a chi ha centrato i requisiti nelle versioni precedenti.