Nel panorama normativo italiano, è previsto un ulteriore strumento per intensificare la lotta contro il lavoro nero e irregolare, particolarmente nei settori degli appalti pubblici e dei lavori edili privati. Al riguardo una novità arriva anche con il nuovo decreto Coesione che si propone di modificare le regole già imposte dal recente decreto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), rafforzando ulteriormente gli obblighi di verifica e controllo sulla regolarità del lavoro.
Uno stringente insieme di regole e sanzioni che vuole rappresentare una risposta diretta alle preoccupazioni crescenti per il lavoro nero nei bonus edilizi, un problema che ha plasmato molte delle recenti riforme legislative.
Il decreto coesione alza la posta
Nel nuovo decreto Coesione ci sono misure che si configurano come un passo significativo verso una maggiore trasparenza e regolarità nel settore edile. Si vuole imporre ai committenti (proprietari di casa) e ai responsabili di progetto maggiori responsabilità, assicurando che ogni attività lavorativa non solo rispetti le norme vigenti, ma contribuisca anche al benessere generale dell’economia e della società.
Con queste misure, l’Italia rafforza il suo impegno verso la lotta al lavoro irregolare. Promuovendo un clima di fiducia e legalità indispensabile per il progresso economico e sociale del paese.
Le modifiche apportate dal decreto Coesione sono particolarmente rilevanti perché intervenendo sulle disposizioni dell’articolo 29 del DL n. 19/2024 del decreto PNRR. Si prevede che, sia nei lavori pubblici sia in quelli privati, la verifica della congruità del costo della manodopera deve avvenire prima del pagamento finale. L’obiettivo è chiaro: garantire che il valore della manodopera rifletta giustamente il costo complessivo dell’opera.
Ricordiamo che il decreto Coesione introduce anche bonus assunzioni giovani e donne, oltre che il bonus assunzioni ZES.
Lavoro nero nei lavori a casa: la novità per i proprietari di casa
La principale modifica introdotta riguarda la soglia di punibilità per i lavori privati, che viene drasticamente ridotta. Prima del nuovo decreto, la soglia era impostata a 500.000 euro, ma ora è stata abbassata a soli 70.000 euro. Questo significa che i proprietari di immobili che si avvalgono di imprese per ristrutturazioni o lavori di miglioramento devono assicurarsi della piena regolarità delle pratiche lavorative dell’impresa incaricata prima di procedere con il saldo finale. Ciò vale per lavori da 70.000 euro in su, altrimenti rischiano multe che variano da 1.000 a 5.000 euro.
Per gli appalti pubblici, il decreto elimina completamente la soglia precedente di 150.000 euro. Di conseguenza, ogni appalto, indipendentemente dalla sua grandezza, deve essere soggetto a verifica. Il responsabile del progetto deve confermare la congruità dei costi di manodopera prima di chiudere i pagamenti. Se la verifica risulta negativa, o se non è regolarizzata la posizione dell’impresa, il responsabile è tenuto a segnalare la situazione all’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), che prenderà le misure necessarie.
Riassumendo…
- il Decreto Coesione riduce soglia punibilità del lavoro in nero per i lavori a casa
- la soglia per i committenti privati scende da 500.000 a 70.000 euro.
- eliminata soglia di 150.000 euro per appalti pubblici
- multe fino a 5.000 euro per mancata verifica della regolarità delle imprese edili.
- intensificate, quindi, le misure per sicurezza e lotta al lavoro irregolare, rafforzando controlli e sanzioni.