E’ iniziato ieri il collocamento del nuovo BTp Valore, stavolta con scadenza 14 maggio 2030 (ISIN: IT0005594491). Al termine della prima giornata, gli ordini sono stati 121.546 per un controvalore di 3,7 miliardi di euro. In media, ciascun contratto sottoscritto risulta essere di 30.447 euro. Siamo ben lontani dai 6,44 miliardi della passata edizione, che si tenne appena due mesi fa. E siamo sotto anche i valori medi della prima giornata per le tre emissioni di questa nuova serie di bond retail del Tesoro, pari a 5,55 miliardi.
Corsa all’emissione non c’è stata ieri
Spiegando le ragioni del lancio del nuovo BTp Valore a così breve distanza dalla terza emissione, il responsabile del debito pubblico, Davide Iacovoni, aveva affermato nei giorni scorsi che fosse legato alla volontà del Tesoro di soddisfare la domanda delle famiglie. A quanto pare, tale esigenza non sarebbe così avvertita dal mercato, nel senso di caccia a nuovi bond sovrani. Chi vuole, già può effettivamente investire nei titoli di stato con l’acquisto sul mercato secondario o alle aste ordinarie.
Per l’occasione il Tesoro ha offerto cedole step-up complessivamente uguali a quelle di marzo: 3,35% per il primo triennio (contro il 3,25%) e il 3,90% per il secondo triennio (contro il 4%). Il premio fedeltà è stato innalzato dallo 0,70% allo 0,80%. Il rendimento medio loro all’anno può arrivare al 3,758%. Malgrado le buone condizioni offerte, stavolta la corsa all’acquisto del nuovo BTp Valore non sembra esservi. A meno di non venire smentiti dalle giornate successive alla prima.
Domanda resta alta
Grosso modo, se l’emissione in corso mantenesse il rapporto tra ordini totali e quelli del primo giorno riscontrato in media nelle tre passate edizioni, arriveremmo a circa una dozzina di miliardi. Sarebbe un ottimo risultato per il nuovo BTp Valore, oscurato solamente dai successi smisurati dell’ultimo anno. La domanda di titoli del debito continua ad esservi, anche se potrebbe iniziare a rallentare.
Nuovo BTp Valore, Tesoro adocchia risparmi famiglie
L’abbondante liquidità sui conti bancari, stimata in 1.775 miliardi a fine marzo, non deve illudere più di tanto. Quel denaro non è interamente investibile, visto che le famiglie accantonano sempre gran parte dei risparmi per fronteggiare imprevisti quotidiani e spese straordinarie già programmate. E non sta scritto da nessuna parte che vogliano acquistare obbligazioni, siano esse private o del Tesoro, così come altri asset di natura finanziaria. Insomma, vendere un nuovo BTp Valore non implica automaticamente trovare domanda disponibile in abbondanza. Di per sé non è un male. Ogni governo deve avere in mente che non può indebitare i propri cittadini pensando che il mercato lo finanzi in misura illimitata.
D’altra parte, come dicevamo, il successo del nuovo BTp Valore non sarebbe minacciato da un esito inferiore alle edizioni passate. E ciò continuerà a sostenere la narrazione del governo Meloni circa la volontà di nazionalizzare gran parte del debito ad oggi nelle mani degli hedge fund stranieri.