Saipem ha reso noto il pricing del bond a tasso fisso, non convertibile, non garantito e senior emesso ieri e con scadenza nel maggio 2030. Il prezzo di re-offer è stato di 100 e la cedola è stata fissata al 4,875% lordo annuale, superiore alle nostre previsioni.
Nuovo bond Saipem sul mercato
E’ in corso di emissione il nuovo bond di Saipem, non garantito, non convertibile e in scadenza nel 2030. Insieme alla controllata Saipem Finance International, la società ha dato mandato a Bnp Paribas, Hsbc, Intesa Sanpaolo e Unicredit per il collocamento sul mercato di un’obbligazione dell’importo atteso nell’ordine dei 500 milioni di euro.
- Scadenza 7 gennaio 2025 cedola 2,625% (ISIN: XS1711584430)
- Scadenza 15 luglio 2026 cedola 3,375% (ISIN: XS2202907510)
Emissione con rating bassi
L’offerta scade alle ore 17.00 del prossimo 28 maggio ed è subordinata all’emissione del bond Saipem in corso nella giornata di oggi. I rating attesi sono “non investment grade”, cioè sotto il livello minimo di sicurezza teorica per l’investitore. La società, che fornisce servizi legati all’energia, ha chiuso il 2023 con un utile netto adjusted di 179 milioni e ricavi per 11,87 miliardi. Al 31 marzo scorso, invece, aveva un indebitamento finanziario netto di 209 milioni e liquidità per 2,4 miliardi.
Poiché il nuovo bond Saipem ha durata iniziale di sei anni, quale potrà essere il rendimento al termine del collocamento odierno? Le tre obbligazioni in circolazione sul mercato secondario sono tutte di durata residua medio-breve. La più lunga scade nel marzo del 2028 e offre un rendimento lordo del 3,90%, a premio di 70 punti base o 0,70% sul BTp di pari durata. Se tale spread fosse confermato, il titolo debutterebbe con un rendimento in area 4% o poco più. Ci attendiamo, quindi, un’emissione a premio sul tasso “midswap” in area 120/130 punti base.
Bond Saipem a premio netto nullo sul BTp
Stando a queste considerazioni, il nuovo bond Saipem non garantito fisserebbe una cedola annuale lorda del 4-4,15%. Al netto dell’imposta del 26%, l’interesse per l’obbligazionista scenderebbe intorno al 3% all’anno. Non sarà tanto, ma pur sempre positivo in termini reali; perlomeno, in base alle attuali aspettative d’inflazione al 2030. Queste superano di poco l’1% medio. Dunque, la nuova emissione offrirebbe un rendimento netto reale di quasi il 2%. Il premio rispetto ai titoli di stato risulterebbe pressoché nullo.