Andare in pensione a 64 anni è una possibilità concreta per molti lavoratori nati tra la fine degli anni 50 e il 1960. Oggi queste persone hanno infatti 64 anni e, pur ricadendo nel sistema di calcolo misto, possono comunque uscire 3 anni prima rispetto alla vecchiaia prevista a 67 anni di età. E’ necessario, però, che abbiano molti anni di lavoro alle spalle.
Possibilità che è concessa anche a tutti i lavoratori che ricadono nel sistema contributivo puro, anche solo con 20 anni di contributi. La legge riserva infatti a costoro il diritto di accedere alla pensione anticipata purché riescano a raggiungere una soglia minima di pensione pari a tre volte l’importo dell’assegno sociale (534,40 euro al mese).
Pensione a 64 anni per i nati nel 1959-1960
Ma torniamo alla pensione a 64 anni di età. Chi è nato nel 1959-1960 e che quest’anno compie i 64 anni di età appunto, può uscire dal lavoro se ha alle spalle più di 41 anni di contributi. Parliamo in questo senso di pensione anticipata con il solo requisito contributivo per il quale l’età anagrafica non conta molto.
Coloro che, infatti, hanno maturato almeno 41 anni e 10 mesi di contributi (donne) o 42 anni e 10 mesi (uomini) possono presentare domanda di pensione a prescindere dall’età anagrafica. La pensione anticipata, prevista dalla riforma Fornero, sarà quindi concessa con il sistema di calcolo retributivo e contributivo tre mesi dopo la maturazione del diritto (sei mesi se si tratta di dipendete della pubblica amministrazione).
Una finestra temporale che posticipa di fatto il pagamento della pensione a 64 anni e 3 mesi o a 64 anni e 6 mesi. Quindi non esattamente a 64 anni, posto che abbiamo preso come parametro di riferimento l’età anagrafica prevista per le pensioni anticipate dei lavoratori contributivi puri.
La pensione con 41 anni di contributi
Il nostro ordinamento prevede la possibilità di andare in pensione anche solo con 41 anni di contributi a patto che uno abbia iniziato a lavorare presto. Si tratta delle così dette pensioni per lavoratori precoci. Chi nel 2024 compie i 64 può sfruttare anche questa possibilità se raggiunge il requisito contributivo previsto.
Ma chi sono esattamente i lavoratori precoci? Si tratta di coloro che hanno iniziato a lavorare prima del compimento del 19° anno di età. E che hanno versato almeno 12 mesi di contributi prima di quella data. Anche a questa tipologia di pensionamento si applica la “finestra mobile” di 3 o 6 mesi, che significa che la pensione decorre dopo la data di maturazione dei requisiti. I mesi diventano 6 se il lavoratore è dipendente pubblico. Per accedere alla pensione per lavoratori precoci, è necessario anche che il lavoratore si trovi in stato di lavoro precario o di disagio sociale. E cioè:
- trovarsi in stato di disoccupazione a seguito di perdita involontaria del posto di lavoro e risultare disoccupati da almeno tre mesi dall’evento;
- assistere da almeno 6 mesi un parente di primo grado o il coniuge affetto da handicap grave;
- avere capacità lavorativa ridotta accertata ai fini dell’invalidità civile pari o superiore al 74%;
- svolgere attività lavorative usuranti da almeno 6 anni negli ultimi 7 prima della domanda di pensione;
- essere lavoratori dipendenti addetti alle attività usuranti o ai lavoratori notturni con almeno 64 notti lavorate l’anno.
Non hanno diritto a questa prestazione coloro che non hanno contributi versati prima del 1996, cioè ricadono nel solo sistema di calcolo contributivo della prestazione.
Riassumendo…
- I nati fra il 1959 e il 1960 che compiono 64 anni possono andare in pensione anticipata.
- Due strade percorribili per uscire con almeno 41 anni di contributi.
- Il diritto per tutti alla pensione anticipata scatta con 41-42 anni e 10 mesi di contributi a prescindere dall’età.