Pensioni militari e forze dell’ordine, in anticipo da 54 a 60 anni, ecco le opzioni e come fare prima che cambi tutto

Pensioni militari e forze dell'ordine: cosa potrebbe cambiare dal 2026 se sarà di nuovo applicata l'aspettativa di vita.
4 mesi fa
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Pensioni militari e forze dell’ordine
foto @ licenza creative commons

Anche se iniziano a trapelare ipotesi e programmi che dovrebbero far salire i requisiti per le pensioni anche in comparti quali quelli di Polizia, Carabinieri e tutte le Forze di Sicurezza in Italia, al momento i vantaggi per questi lavoratori restano immutati. Nonostante si vociferi di possibili aumenti nei requisiti per le pensioni nei comparti di Polizia, Carabinieri e altre Forze di Sicurezza in Italia, per ora non ci sono stati cambiamenti. Questi settori non sono stati influenzati dalla riforma Fornero e mantengono regole pensionistiche vantaggiose.

Di seguito analizzeremo come è possibile andare in pensione attualmente e come potrebbero cambiare le condizioni in futuro. Questo articolo risponde anche alle numerose richieste di informazioni da parte dei nostri lettori con interessi personali o familiari in questi ambiti lavorativi.

Pensioni militari e forze dell’ordine, in anticipo da 54 a 60 anni, ecco le opzioni e come fare

Un lavoratore del settore privato, per accedere alla pensione di vecchiaia ordinaria, deve avere almeno 20 anni di contributi e raggiungere i 67 anni di età. Coloro che hanno carriere più lunghe possono andare in pensione prima, avendo versato almeno 42 anni e 10 mesi di contributi, senza vincoli di età. Per un lavoratore medio, è impensabile ritirarsi tra i 54 e i 56 anni. Tuttavia, tra le Forze dell’Ordine, ritirarsi a 54 anni è più fattibile, così come a 60 anni con soli 20 anni di versamenti, se si hanno accumulati 35 anni di servizio.

Poliziotti, vigili del fuoco, finanzieri, carabinieri e militari in genere godono di regole previdenziali diverse

Questi gruppi beneficiano di normative previdenziali distinte e non sono stati interessati dall’implementazione della riforma Fornero nel 2012, che ha alzato notevolmente i requisiti pensionistici.

Come lasciano il lavoro e prendono le pensioni militari e forze dell’ordine

Il settore difesa e sicurezza dispone di un regime pensionistico specifico: i militari di truppa e i sottufficiali possono ottenere la pensione ordinaria a 60 anni con almeno 20 anni di contributi; gli ufficiali e i dirigenti a 65 anni.

Ciò contrappone la pensione di vecchiaia ordinaria accessibile ai lavoratori comuni a 67 anni con identico numero di anni di versamenti.

Militari e forze di sicurezza, le anticipate sono nettamente favorevoli

Per i militari che, già alla fine del 2011, avevano raggiunto la massima anzianità contributiva, è possibile andare in pensione a 54 anni. Chi raggiunge i 35 anni di contributi può andare in pensione a 58 anni, mentre con 41 anni di contributi, non ci sono limiti di età. A confronto, il resto dei lavoratori con 41 anni di contributi può andare in pensione a 62 anni con la Quota 103.

Aspettativa di vita, adeguamenti e cosa cambierebbe

Non sono previsti cambiamenti per i militari fino al 2026. Tuttavia, si discute di un possibile ritorno all’adeguamento ai cambiamenti dell’aspettativa di vita a partire dal 1 gennaio 2026. Nonostante gli arresti causati dalla pandemia, chi ha raggiunto i 35 anni di contributi e già compiuto 60 anni non sarà soggetto agli incrementi. Nonostante ci siano proposte per uniformare le regole, gli aumenti derivanti dall’adeguamento sarebbero soltanto di pochi mesi.

 

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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