Anche se iniziano a trapelare ipotesi e programmi che dovrebbero far salire i requisiti per le pensioni anche in comparti quali quelli di Polizia, Carabinieri e tutte le Forze di Sicurezza in Italia, al momento i vantaggi per questi lavoratori restano immutati. Nonostante si vociferi di possibili aumenti nei requisiti per le pensioni nei comparti di Polizia, Carabinieri e altre Forze di Sicurezza in Italia, per ora non ci sono stati cambiamenti. Questi settori non sono stati influenzati dalla riforma Fornero e mantengono regole pensionistiche vantaggiose.
Di seguito analizzeremo come è possibile andare in pensione attualmente e come potrebbero cambiare le condizioni in futuro. Questo articolo risponde anche alle numerose richieste di informazioni da parte dei nostri lettori con interessi personali o familiari in questi ambiti lavorativi.
Pensioni militari e forze dell’ordine, in anticipo da 54 a 60 anni, ecco le opzioni e come fare
Un lavoratore del settore privato, per accedere alla pensione di vecchiaia ordinaria, deve avere almeno 20 anni di contributi e raggiungere i 67 anni di età. Coloro che hanno carriere più lunghe possono andare in pensione prima, avendo versato almeno 42 anni e 10 mesi di contributi, senza vincoli di età. Per un lavoratore medio, è impensabile ritirarsi tra i 54 e i 56 anni. Tuttavia, tra le Forze dell’Ordine, ritirarsi a 54 anni è più fattibile, così come a 60 anni con soli 20 anni di versamenti, se si hanno accumulati 35 anni di servizio.
Poliziotti, vigili del fuoco, finanzieri, carabinieri e militari in genere godono di regole previdenziali diverse
Questi gruppi beneficiano di normative previdenziali distinte e non sono stati interessati dall’implementazione della riforma Fornero nel 2012, che ha alzato notevolmente i requisiti pensionistici.
Come lasciano il lavoro e prendono le pensioni militari e forze dell’ordine
Il settore difesa e sicurezza dispone di un regime pensionistico specifico: i militari di truppa e i sottufficiali possono ottenere la pensione ordinaria a 60 anni con almeno 20 anni di contributi; gli ufficiali e i dirigenti a 65 anni.
Militari e forze di sicurezza, le anticipate sono nettamente favorevoli
Per i militari che, già alla fine del 2011, avevano raggiunto la massima anzianità contributiva, è possibile andare in pensione a 54 anni. Chi raggiunge i 35 anni di contributi può andare in pensione a 58 anni, mentre con 41 anni di contributi, non ci sono limiti di età. A confronto, il resto dei lavoratori con 41 anni di contributi può andare in pensione a 62 anni con la Quota 103.
Aspettativa di vita, adeguamenti e cosa cambierebbe
Non sono previsti cambiamenti per i militari fino al 2026. Tuttavia, si discute di un possibile ritorno all’adeguamento ai cambiamenti dell’aspettativa di vita a partire dal 1 gennaio 2026. Nonostante gli arresti causati dalla pandemia, chi ha raggiunto i 35 anni di contributi e già compiuto 60 anni non sarà soggetto agli incrementi. Nonostante ci siano proposte per uniformare le regole, gli aumenti derivanti dall’adeguamento sarebbero soltanto di pochi mesi.