Unicredit ha avviato e concluso nella giornata di martedì 4 giugno l’emissione di due nuove obbligazioni di tipo senior non preferred. L’importo raccolto è stato complessivamente di 2 miliardi di euro, equamente suddiviso tra le due tranche. Ad essersi occupate dell’operazione sono state Bbva, Citi, Deutsche Bank, Hsbc, Ing, Intesa Sanpaolo, JP Morgan e Societe Generale in qualità di Global Coordinator e Joint Bookrunner. Nel dettaglio, la banca milanese ha collocato sul mercato un bond della durata di 4 anni, ma “callable” dopo 3.
Caratteristiche delle due emissioni
Al terzo anno, queste obbligazioni Unicredit potranno essere rimborsate in anticipo sulla scadenza ufficiale, a discrezione dell’emittente. Nel caso in cui ciò non avvenga, la cedola passerà da fissa a variabile e pari all’Euribor a 3 mesi più uno spread dello 0,85%. In base agli attuali tassi di mercato, salirebbe in area 4,60%.
E veniamo alle obbligazioni Unicredit a 10 anni. Il prezzo esitato è stato di 99,904 centesimi, mentre la cedola è stata fissata al 4,30%. Il rendimento è risultato a premio di 145 punti base sul corrispondente “midswap”, anche in questo caso rivisto al ribasso dai 180 punti base inizialmente attesi. La discesa è stata possibile grazie agli ordini elevati. In tutto, sono ammontati a 5 miliardi di euro, 2,5 volte l’importo offerto.
Rendimenti netti effettivi e rischi
Considerate che le obbligazioni Unicredit, in quanto corporate, sono sottoposte ad imposizione fiscale del 26%, non del 12,50% gravante sui titoli di stato. La cedola annuale netta effettiva all’emissione scende, quindi, al 3,40% nel primo caso e al 3,77% nel secondo. Sebbene non siano tassi elevati, risultano ben superiori alle aspettative d’inflazione per l’Italia nel medio-lungo termine.
Infine, bisogna prestare attenzione alla qualità di senior non preferred per le obbligazioni Unicredit appena emesse. Significa che i due bond presentano un grado di subordinazione rispetto alle emissioni senior ordinarie, mentre si confermano al di sopra delle emissioni subordinate per il caso di insolvenza. Di fatto, una via di mezzo tra bond senior e subordinati. Il rischio di credito si mostra medio-alto. I rating attesi sono BBB- per S&P e Fitch, Baa3 per Moody’s. In tutti e tre i casi, il giudizio più basso dell’area “investment grade”, un gradino sopra l’area “junk” o “spazzatura”.
Obbligazioni Unicredit, successo all’estero
Da notare anche che le due obbligazioni Unicredit, le cui negoziazioni saranno alla Borsa di Lussemburgo, sono state piazzate per il 92% all’estero. Soltanto per l’8% gli ordini sono finiti tra gli investitori italiani. La parte del leone l’ha fatta il Regno Unito con il 34%, seguito da Francia al 28%, Germania/Austria al 13% e Iberia al 10%.