Ecco i documenti che servono per prendere il TFR in anticipo

Ecco tutte le regole che determinano il diritto di un lavoratore a chiedere il TFR in anticipo e il diritto del datore di lavoro a rifiutarlo.
7 mesi fa
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TFR in anticipo
Foto © Pixabay

Il Trattamento del Fine Rapporto (TFR) rappresenta una componente essenziale del pacchetto retributivo per ogni lavoratore dipendente, quasi pari in importanza allo stipendio mensile. Il TFR è una somma accumulata mese dopo mese e normalmente erogata al termine del rapporto di lavoro, salvo casi di anticipazioni richieste al datore di lavoro. Importante è sottolineare che il TFR è dovuto al lavoratore indipendentemente dalle ragioni che hanno portato alla cessazione del rapporto di lavoro.

Attualmente, esistono diverse modalità per la gestione del TFR, inclusa la possibilità di lasciarlo in azienda o di destinarlo, in tutto o in parte, a fondi previdenziali o assicurazioni.

Oggi, tuttavia, non ci soffermeremo sulla definizione del TFR, già nota ai più, ma piuttosto sui documenti necessari per ottenerlo alla fine del rapporto di lavoro o in anticipo, in risposta alle numerose richieste dei nostri lettori.

Ecco i documenti che servono per prendere il TFR in anticipo

Il Trattamento di Fine Rapporto costituisce una protezione economica erogata al termine del rapporto di lavoro, sia in caso di dimissioni che di licenziamento, inclusi i licenziamenti disciplinari o le dimissioni per giusta causa. Normalmente, il TFR viene liquidato un buon rapporto, ma esistono possibilità concrete per i dipendenti di ottenere parte di questi fondi anticipatamente. Ad esempio, nel settore domestico, è possibile richiedere ogni dicembre l’anticipazione del 70% del TFR accumulato nell’anno, lasciando il restante 30% al termine del rapporto. Le condizioni per l’anticipazione variano in modo significativo tra i vari settori, con il settore domestico che offre condizioni particolari

Ci vuole la giusta motivazione per prendere il TFR in anticipo, ecco

Per ottenere un’anticipazione del TFR, un dipendente deve aver lavorato per almeno 8 anni con lo stesso datore di lavoro, una condizione molto diversa da quella del settore domestico, dove l’anticipazione è possibile fin dal primo anno di lavoro senza necessità di motivazioni specifiche.

Invece, per gli altri settori, oltre al requisito degli 8 anni, è necessario dichiarare il motivo per cui si richiede l’anticipazione. L’articolo 2120 del Codice Civile stabilisce le motivazioni ammissibili per queste richieste, limitando l’anticipazione massima al 70% del TFR accumulato, con la possibilità per il lavoratore di richiedere anche una percentuale inferiore

I documenti sono necessari e valgono come pezze giustificative

Secondo l’articolo 2120 del Codice Civile, le spese ammissibili per l’anticipazione del TFR includono quelle sanitarie ingenti. Come interventi odontoiatrici significativi, o spese relative all’acquisto o alla ristrutturazione della residenza principale del nucleo familiare. O di una futura abitazione per un figlio. Qualsiasi spesa deve essere adeguatamente documentata e la richiesta di anticipazione deve essere accompagnata da dimostrazioni concrete, come:

  • l’atto notarile di acquisto;
  • contratti preliminari;
  • fatture mediche o impegnative delle ASL che specificano la necessità e i costi di interventi o terapie.

È diritto del lavoratore richiedere l’anticipo del TFR, ma è anche diritto del datore di lavoro negarlo se non fosse possibile liquidare l’anticipazione. Anche se la richiesta è pienamente giustificata. In questo caso, il datore di lavoro deve produrre documentazione che dimostri l’impossibilità di soddisfare la richiesta.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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