Bond francesi sotto stress sui mercati dopo l’annuncio del presidente Emmanuel Macron di indire elezioni anticipate per la fine di giugno. Il rendimento decennale, che venerdì scorso si attestava al 3,12%, ieri era salito fino al 3,23%. Nel frattempo, le distanze con i titoli di stato tedeschi, note anche come “spread”, si sono allargate da 50 a 63 punti base. Nulla che lasci presumere il peggio, anche se bisogna registrare che, allo stato attuale, gli investitori stiano giudicando il debito sovrano transalpino alla stregua di quello del Portogallo.
Accordo a destra
C’è incredulità e sconcerto per la mossa dell’Eliseo, che ha reagito così alla durissima sconfitta rimediata alle europee contro il Rassemblement National di Marine Le Pen. Per la prima volta i Républicains, partito neogollista di centro-destra, ha siglato ieri un’intesa con la destra euroscettica. E a sinistra sta avvenendo lo stesso tra le varie forze progressiste. I centristi macroniani pensavano che si sarebbe ricreato quel “cordone sanitario” per tenere Le Pen fuori dal governo, mentre sta accadendo il contrario.
Cosa temono i mercati
I mercati temono che l’eventuale vittoria dell’ultra-destra affievolisca l’agenda riformatrice di Macron, anzi che porti alle sue stesse dimissioni. Voce smentita ieri dal diretto interessato. Difficile, s’immagina, che un governo lepenista accetti di debuttare con tagli alla spesa e/o aumenti delle entrate, vale a dire all’insegna dell’austerità fiscale. Si teme uno sgretolamento delle regole di bilancio adottate dall’Unione Europea. A fine 2023 i capi di stato e di governo raggiunsero una difficile intesa sul nuovo Patto di stabilità.
I bond francesi pagano tutto questo. Più in generale, gli investitori iniziano a scontare lo scenario che sembrava più remoto: la disgregazione dell’asse franco-tedesco che sinora ha retto le sorti politiche a Bruxelles.
Bond francesi giù, nuovo 2011?
Verrebbe da dire che i bond francesi stiano avendo il loro “Italian moment”. Proprio oggi ricorre l’anniversario della morte di Silvio Berlusconi, il premier travolto nel novembre del 2011 dalla crisi dello spread. Siamo in condizioni di gran lunga differenti, per fortuna di Parigi. Ad ogni modo, le agenzie di rating suonano l’allarme. Già alla vigilia delle europee S&P aveva declassato il debito transalpino, poco prima lo aveva fatto Fitch e a breve potrebbe essere il turno di Moody’s. I giudizi restano elevati, come se uno studente a scuola avesse tra 8 e 9. Ma basta qualche impreparazione per scendere a poco sopra la sufficienza. Roma ne sa qualcosa.