730 asilo nido. Tra voucher e bonus INPS, gli errori da evitare

Le spese per l'asilo nido dei figli possono essere scaricate nel 730 anche se il figlio non è a carico di chi paga
6 mesi fa
3 minuti di lettura
bonus asilo
Foto © Pixabay

Nel 730 precompilato l’Agenzia delle entrate inserisce anche le spese sostenute dai contribuenti per l’iscrizione dei propri figli all’asilo nido. Infatti, gli asili nido pubblici e privati e gli altri soggetti a cui sono versate le rette, entro il 16 marzo  comunicano all’Agenzia delle entrate le spese pagate dai genitori. Dunque quest’anno saranno presenti nel 730 precompilato le spese per l’asilo nido pagate nel 2023.

Stessa cosa dicasi per eventuali rimborsi.

Nella comunicazione è indicato il codice fiscale del soggetto che ha sostenuto la spesa.

Che sarà colui che troverà il dato nel 730 precompilato. Può capitare però che siano stati entrambi i genitori a pagare la spesa ma che la stessa sia riportata per intero in quella di uno solo di essi; ancora, particolare attenzione va posta alla gestione di eventuali rimborsi o voucher ricevuti. Inoltre, potrebbe accadere che i genitori abbiano richiesto all’INPS il c.d. bonus nido.

Vediamo come comportarsi in tutti questi casi per evitare successive sanzioni del Fisco.

730 precompilato. La detrazione per l’asilo nido

Prima di entrare nello specifico della questione è utile riprendere le condizioni al ricorrere delle quali è possibile scaricare nel 730 la spesa per la frequenza degli asili nido. Pubblici e privati.

La detrazione è pari al 19% della spesa sostenuta. A ogni modo la spesa massima detraibile è pari a 632 euro. Dunque lo sconto massimo in dichiarazione dei redditi non può andare oltre 120 euro. Lo sconto può essere suddiviso tra i due genitori in base all’effettivo esborso sostenuto ognuno per la propria quota. Cosicché, per una spesa di 1.000 sostenuto dal genitore A al 40% e dal genitore B al 60%, ciascuno potrà scaricare in dichiarazione dei redditi:

  1. 379,20 euro;
  2. 252,80 euro.

Per un totale di 632 euro.

Dunque, il limite di 632 euro vale per ciascun figlio. Non per ciascun genitore. Nella fattura dovrà essere annotata la percentuale di spesa pagata da ognuno dei genitori.

Come da circolare n°14/2023 sulla dichiarazione dei redditi, rientrano tra le spese detraibili anche quelle sostenute per:

  • la frequenza delle c.d. “sezioni primavera” che assolvono alla medesima funzione degli asili nido
    (Circolare 09.05.2013 n. 13/E, risposta 3.3);
  • il servizio fornito nella provincia autonoma di Bolzano ai sensi della legge provinciale n. 8 del 1996 dagli assistenti domiciliari definiti Tagesmutter (c.d. “mamma di giorno”). Negli altri casi è necessario verificare di volta in volta l’affinità dei presupposti e delle finalità del servizio di assistenza domiciliare all’infanzia a quelle degli asili nido, nonché la conformità dello svolgimento delle attività, quanto a modalità gestionali e caratteristiche strutturali (Circolare 21.05.2014 n. 11/E, risposta 7.2).

A ogni modo, le spese devono essere pagare con strumenti tracciabili quali carte di credito, debito, versamento bancario, ecc. Sarà necessario conservare uno di questi documenti: fattura, bollettino bancario o postale, ricevuta o quietanza di pagamento.

730 asilo nido. Tra voucher e bonus INPS, gli errori da evitare

Come detto in apertura, nel 730 precompilato 2024 sono riportate le spese per l’asino nido pagate nel 2023.

Potrebbe accadere che la spesa sia stata pagate pro quota dai genitori ma questa risulti sono nella dichiarazione dei redditi di uno di essi.

Nel caso in cui la spesa sia stata sostenuta da entrambi i genitori e tale situazione è evidenziata nei documenti di spesa, anche mediante un’annotazione sullo stesso delle percentuali di spesa imputabili a ciascuno dei genitori, i genitori devono modificare l’importo inserito nel quadro E del 730 o quadro RP del modello Redditi riportando la quota di spesa detraibile da ciascuno entro l’importo complessivamente non superiore a 632 euro annui per ogni figlio fiscalmente a carico (vedi FAQ ADE).

Ulteriore problematica potrebbe sorgere laddove i genitori abbiano ricevuto un voucher dal Comune a copertura anche parziale del costo dell’iscrizione.

In tali situazioni:

  • se il contributo erogato dall’ente è pari alla retta per la frequenza dell’asilo nido, in dichiarazione precompilata non sarà riportato nessun importo come onere detraibile riguardante spese per la frequenza asilo nido;
  • se il contributo erogato dall’ente ha comportato una riduzione della retta per la frequenza dell’asilo nido, in dichiarazione precompilata sarà riportato solo l’importo della retta effettivamente pagata corrispondente alla quota rimasta a carico del/i genitore/i.

La detrazione se l’INPS ha erogato il Bonus Nido

La detrazione delle spese dell’asilo nido non è cumulabile con il c.d. bonus nido erogato dall’INPS.

Cosicché, queste spese non saranno presenti né nel 730 precompilato né nel foglio informativo.

Ciò vale sia nel caso:

  • l’Inps abbia comunicato all’Agenzia di aver accolto, entro il 31 dicembre 2023, la richiesta di “bonus asilo nido” presentata dal genitore del bambino iscritto ad un asilo nido;
  • sia laddove l’INPS abbia comunicato l’accoglimento della domanda senza che sia già intervenuto il versamento del bonus.

A ogni modo, i soldi del bonus nido sono in arrivo.

Nel caso di richiesta del “Bonus nido” presentata di cui non si conosce ancora l’esito o non presentata, il contribuente deve controllare la documentazione, eventualmente contattare l’INPS (nel caso abbia richiesto l’agevolazione) e inserire l’importo detraibile corretto nel quadro E del 730. O quadro RP del modello Redditi.

 Riassumendo…

  • Nel 730 precompilato sono riportate anche le spese pagate per l’asilo nido;
  • la detrazione è incompatibile sia con eventuali voucher sia con il bonus nido dell’INPS;
  • per scaricare la spesa il pagamento deve essere tracciato;
  • sarà necessario conservare la fattura, il bollettino bancario o postale o la ricevuta.
  • può scaricare la spesa anche il genitore che non ha il figlio a carico.

Andrea Amantea

Giornalista pubblicista iscritto all’ordine regionale della Calabria, in InvestireOggi da giugno 2020 in qualità di redattore specializzato, scrive per la sezione Fisco affrontando tutte le questioni inerenti i vari aspetti della materia. Ha superato con successo l'esame di abilitazione alla professione di Dottore Commercialista, si occupa oramai da diversi anni, quotidianamente, per conto di diverse riviste specializzate, di casi pratici e approfondimenti su tematiche fiscali quali fatturazione, agevolazioni, dichiarazioni, accertamento e riscossione nonché di principi giurisprudenziali espressi in ambito di imposte e tributi.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

calcolo quattordicesima
Articolo precedente

Perché la quattordicesima è più bassa dello stipendio

Impatto delle elezioni in Francia sui tassi BCE
Articolo seguente

Il possibile impatto delle elezioni in Francia sui tassi BCE