Da qualche tempo a questa parte l’Occidente segnala di avere qualche problema nel gestire la propria immagine sul piano internazionale. Lo ha confermato la Conferenza di Pace per l’Ucraina, che si è tenuta domenica scorsa in Svizzera, per l’esattezza nel resort di Bürgenstock sul lago di Lucerna. E’ stato un vertice anomalo, al quale hanno partecipato una novantina di paesi, tra cui non è stata invitata la Russia di Vladimir Putin. Per questa ragione tutti sapevano ancor prima che iniziasse, che non ci sarebbe stato alcun esito positivo concreto.
Sud Globale non firma documento
La posizione dei paesi occidentali è stata ben riassunta dalla premier italiana Giorgia Meloni, che fino a poche ore prima si era occupata del tema in qualità di presidente di turno del G7 in Puglia: “pace non significa resa”. Parole molto ragionevoli, dato che esiste una larga fetta dell’opinione pubblica nello stesso Occidente, secondo cui l’Ucraina dovrebbe firmare qualsiasi accordo con il Cremlino per cessare la guerra, anche se ciò implicasse la perdita di buona parte del proprio territorio. Insomma, la pace con il deretano degli altri.
Il problema è che la Conferenza di Pace non solo, com’era scontatissimo, non ha esitato alcunché di concreto, ma si è rivelata un boomerang d’immagine per l’Occidente. E’ stata espressa la volontà di sostenere il diritto internazionale e la Carta delle Nazioni Unite laddove si chiede a Mosca di rispettare l’integrità territoriale dello stato occupato. Dunque, le truppe russe dovrebbero indietreggiare senza che Putin pretenda di annettere pezzi di Ucraina. Sapete qual è stato il boomerang? Il famoso Sud del mondo non ha firmato il documento. E stiamo parlando di stati come il Brasile, tra l’altro presente solo come osservatore, Colombia, India, Indonesia, Libia, Messico, Arabia Saudita, Sudafrica, Thailandia ed Emirati Arabi Uniti.
Putin non isolato
Paradossalmente, la Conferenza di Pace è finita per trasformarsi in un successo d’immagine per Putin. Se prima poteva vantare il sostegno più o meno esplicito di numerosi stati nel mondo, da domenica ha anche un documento a prova di ciò. Miliardi di persone sono rappresentati da governi che non condividono la posizione occidentale sull’Ucraina. Anzi, c’è una parte del pianeta che vede nella guerra una sorta di scontro tra il solito mondo ricco e le economie emergenti in cerca di un posto e di un ruolo nel nuovo ordinale globale.
Che tra i mancati sottoscrittori vi siano stati come Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, è francamente sconcertante. Significa che l’Occidente ha perso preziosi alleati nel Medio Oriente, come si è evinto nei giorni scorsi anche con il mancato rinnovo dell’accordo sui petrodollari da parte di Riad. Pezzi di Africa, Asia e America Latina hanno voltato le spalle all’Occidente. Lo hanno fatto per diverse ragioni. Sono sempre più coccolati da potenze come la Cina, vedono in esse mercati di sbocco più promettenti per il futuro e non accettano di sottostare alle nostre regole su commerci e finanza.
Conferenza di Pace danno d’immagine per Occidente
La Conferenza di Pace elvetica ha reso plastiche le differenze tra Nord e Sud, da non intendere nel ristretto senso geografico. E non è un problema da niente con la fine della globalizzazione come l’abbiamo vissuta nei decenni passati. La regionalizzazione dei mercati richiederà relocalizzazioni delle nostre multinazionali in stati vicini o, comunque, affini dal punto di vista geopolitico. Gli spazi sicuri a nostra disposizione sembrano restringersi, a tutto vantaggio di competitor come Cina e Russia. La nostra sfera d’influenza perde pezzi, anche pregiati.