Bond in default e in rialzo fino al 20% dai minimi dell’anno, occhi puntati sul negoziato in corso

I bond sovrani emessi dal Ghana sui mercati internazionali sono in default dalla fine del 2022, ma segnano sostanziali rialzi da mesi.
6 mesi fa
1 minuto di lettura
Bond Ghana in default, rialzo sostanzioso dai minimi
Bond Ghana in default, rialzo sostanzioso dai minimi © Licenza Creative Commons

Il Ghana è uno dei tre stati africani ad avere dovuto dichiarare default con la pandemia sui suoi bond emessi sui mercati internazionali. Dalla fine del 2022 Accra ha perso l’accesso a tali mercati e nei mesi scorsi era arrivata dopo lunghe trattative a siglare un accordo con i creditori privati. Ma il Fondo Monetario Internazionale (FMI) he negato il suo assenso, chiarendo che le condizioni pattuite non renderebbero il debito ghanese sostenibile in un’ottica di medio-lungo periodo. In sostanza, servono ulteriori concessioni da parte degli obbligazionisti.

Ottimismo su negoziato in corso

In questi giorni, il negoziato con i possessori di bond in default per 13 miliardi di dollari è ripartito. Le indiscrezioni indicano che un nuovo accordo di massima dovrebbe essere annunciato nel giro di breve tempo. Il mercato sta scontando da tempo l’esito positivo per le trattative in corso. I rialzi delle quotazioni sono diventati consistenti, fino al 20% rispetto ai minimi dell’anno toccati nelle prime sedute di gennaio.

Boom delle quotazioni dai minimi

La scadenza in dollari del 18 gennaio 2016 con cedola 8,125% (ISIN: XS1108847531) è salita sopra 55 centesimi dai meno di 44 di cinque mesi fa: +20%. Il rendimento resta altissimo, quasi del 67% lordo all’anno. E la scadenza, sempre in dollaro, del 14 ottobre 2030 con cedola 10,75% (ISIN: XS1297557412) si compra a 67,50 centesimi contro i poco più di 60 da inizio anno. In questo caso, il rialzo supera il 12%. Il rendimento scende al 21%, che resta indicativo di un bond in stato di default.

Il trading è stato temporaneamente sospeso nel corso di questa settimana, in quanto le trattative in corso risultano essere sensibili ai fini dei prezzi di mercato. Il default riguarda circa 32 miliardi di dollari di bond su un indebitamento complessivo di 43,6 miliardi. L’FMI a fine mese terrà una riunione sulla seconda revisione del programma di assistenza finanziaria da 3 miliardi. Il Ghana è secondo produttore di cacao al mondo dopo la Costa di Avorio, ma non sembra avere approfittato granché dell’esplosione delle sue quotazioni internazionali ai record storici negli ultimi mesi.

Fine default sui bond entro l’anno?

Il governo di Nana Akufo-Addo intende arrivare ad un accordo per porre fine al default dei bond entro l’anno, cioè prima delle elezioni politiche in programma per dicembre. Ciò alimenta l’ottimismo degli investitori, i quali evidentemente pensano e sperano che le perdite a carico dei titoli saranno in linea o inferiori a quelle già insite nelle valutazioni di mercato. L’FMI potrebbe riservare loro un’altra amara sorpresa. La crescita del Pil superiore alle attese, tuttavia, sta riducendo tale rischio.

[email protected] 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
Il suo motto è “Il lettore al centro grazie a una corretta informazione”; ogni suo articolo si pone la finalità di accrescerne le informazioni, affinché possa farsi un'idea dell'argomento trattato in piena autonomia.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

sul tema OBBLIGAZIONI

Treasury batte inflazione con rendimenti super
Articolo precedente

Ecco come i Treasury bond hanno offerto rendimenti superiori alle attese e battuto l’inflazione

Trump o Biden, tagli alla spesa e aumento delle tasse
Articolo seguente

Tagli alla spesa pubblica e/o più tasse, il futuro degli Stati Uniti sembra segnato